La ricostruzione della sinistra, questa attività che ormai in tanti danno per essere qualcosa di inutile, legato ad una idea utopica di società, è qualcosa che forse va chiamata in un altro modo. Si tratta in realtà della costruzione ex novo e non di ricostruzione di qualcosa. Va infatti pensato che la sinistra, con le sue varie e diversissime forme in cui si è manifestata nel corso di oltre due secoli, sia qualcosa che in realtà deve ancora nascere. I due secoli sono chiaramente quelli che iniziano con la Rivoluzione francese e con il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali. Quelli che oggi nessuno (o quasi nessuno) si sogna di mettere in discussione, almeno in principio. In particolare, la libertà e l’uguaglianza che sono a fondamento dei diritti universali dell’essere umano che a loro volta sono a fondamento delle carte costituzionali di gran parte dei Paesi del mondo.
Va però compreso che quelle due parole, da sole, non sono sufficienti ad affermare un diritto. Perché non spiegano su cosa si fonda quel diritto e quale sostanza esso abbia, di cosa sia in realtà fatto. Sicuramente c’è nella Rivoluzione francese e nei principi che porta un’universalità che prima non c’era, quando afferma che quei diritti riguardano tutti gli uomini. Peccato che, appunto, quelle affermazioni avessero dimenticato le donne e i bambini… e riguardassero soltanto gli uomini, intesi come esseri umani di sesso maschile. L’universalismo del diritto era basato sull’idea che ci fosse una caratteristica comune a tutti gli uomini che però non era sviluppata nelle donne e nei bambini. Questa caratteristica sarebbe la ragione. Allora così come ciò che faceva i cittadini romani uguali tra loro e più uguali di quelli che erano schiavi era per l’appunto essere civis romanus, allo stesso modo ciò che farebbe uguali tra loro tutti gli esseri umani sarebbe la ragione. Chi non ha quella caratteristica comune non è uguale agli altri, è di fatto un essere sicuramente inferiore che come tale può essere trattato.
La logica porta con sé che non essendo veramente un essere esso è di fatto un non essere. Non esiste infatti compromesso per la ragione. L’uguaglianza tra pochi pari ha come conseguenza che la libertà è qualcosa di riservato solo alla élite degli uguali. Non ha senso pensare ad una libertà per gli altri, perché essi in realtà non sono. Nel corso del XIX secolo, la grande rivoluzione portata dalle idee della Rivoluzione francese nella forma degli Stati e nel riconoscimento di nuovi diritti dove non ce n’erano e contemporaneamente l’impetuoso sviluppo delle economie in conseguenza delle innovazioni portate dalle straordinarie scoperte scientifiche da Newton in poi, determinano un generale aumento del benessere e la formazione di quella che si sarebbe poi chiamata la classe media. Ma accanto a questo sviluppo c’è anche la comparsa della classe operaia.
Enormi quantità di persone si spostano dalle campagne alle città, che diventano sempre più grandi, attirate dalla possibilità di maggiore guadagno che nel lavoro dei campi ma anche, evidentemente, dall’idea di un futuro diverso, di un miglioramento delle proprie condizioni di vita. È in questo periodo che si sviluppano le idee che poi diventeranno fondanti per la sinistra attuale. Sono idee che si sviluppano come opposizione a ingiustizie evidenti, a negazioni di quei principi di libertà e uguaglianza affermati, seppur con tutti i limiti detti prima, dalla Rivoluzione francese. Opposizione ad una universalità affermata ma non rispettata veramente. L’analisi politica, la ricerca di strumenti per opporsi, lavora sugli aspetti economici e dimentica che l’universalità dei diritti di libertà e uguaglianza della Rivoluzione francese era basata sulla universalità della ragione, su una cosa che sarebbe caratteristica esclusiva dell’essere umano e comune a tutti.
In altre parole, la base della Rivoluzione francese, del suo straordinario successo, era prima di tutto un’idea di essere umano. La società, che poi è quella in cui noi tutti viviamo tutt’oggi, è conseguenza di quell’idea di essere umano. Io credo che il grande errore sia non aver compreso questo. È necessario prima avere un’idea di essere umano, di quale è la verità della sua realtà. Solo in conseguenza di questo è possibile pensare ad un modello di società diverso. È facile vedere che le forze politiche di destra hanno una visione dell’essere umano come violento e sopraffattore. Quella sarebbe la natura umana e la politica quindi deve prendere atto di questa natura e agire coerentemente. Si potrebbe quindi ingenuamente pensare che le forze politiche di sinistra non la pensino così, che pensino ad una realtà umana che sia al fondo buona. In realtà non è così.
Purtroppo, il pensiero di sinistra non ha compreso questo passaggio fondamentale e si è lasciato ingannare sul pensiero sulla natura umana. Infatti, anche a Sinistra si pensa ad una realtà umana che al fondo sarebbe cattiva e il cui unico scopo sarebbe quello di sfruttare e sopraffare gli altri. Se questo è il pensiero sull’essere umano, l’uguaglianza sarebbe qualcosa che in realtà non esiste ma che va costruito. Qualcosa di artificiale di cui lo stato è garante. E il motivo è debolissimo: perché sarebbe più giusto così. L’uguaglianza diventa così una cosa astratta che non avrebbe in realtà alcun fondamento. Non si capisce da cosa deriverebbe l’uguaglianza. E questo può portare (e ha portato) alle distorsioni estreme delle giacchette grigie, per cui saremmo uguali solo quando vivremo tutti vite materialmente uguali…
Tornando al punto di partenza è allora evidente cosa sia necessario fare per costruire la sinistra. È necessario prima di tutto comprendere la realtà umana. Come essa si forma, come si sviluppa e quale sia il suo scopo. Dobbiamo iniziare comprendendo che ciò che fa l’essere umano diverso dagli animali non è la ragione. Se definiamo infatti la ragione come ciò che serve per l’utile e la sopravvivenza, tutto ciò che permette all’individuo di affermare la propria esistenza nel mondo, è banale osservare che l’essere umano ha delle caratteristiche che non sono ragione in quanto non servono per l’utile e la sopravvivenza. Bisogna quindi considerare anche questa realtà in ciò che fa l’essere degli esseri umani e non soltanto la ragione. Per far questo bisogna prima liberare il proprio pensiero da tante idee che la nostra società e la nostra cultura considera come assolute e incontestabili. Bisogna fare ricerca sulla realtà umana. Una ricerca che la politica e i politici non fanno mai. Il pensiero politico sugli esseri umani non può esaurirsi in una astratta questione morale che dice “non si ruba” o peggio appiattirsi sul pensiero cristiano-cattolico per quello che riguarda la realtà umana.
Questo giornale ha ospitato ogni settimana per 11 anni il pensiero e la ricerca di Massimo Fagioli, uno straordinario psichiatra che nella sua vita ha fatto una ricerca originalissima sulla realtà del pensiero umano e la sua origine. Nel 1965 ha scoperto …