È che viene facile facile essere cinici, in fondo è la via più breve: essere cinici significa arrogarsi il diritto di riprendere con violenza alla violenza, significa poter buttare tutto nel cesso dell’ironia bieca, comprese le fragilità più fragili dei fragili che ci sono in giro.
Il problema è che il cinismo, inteso come banalizzazione cattiva della complessità che ci accade intorno, viene vissuto addirittura come sincerità. In sostanza si crede che il modo più alto dell’essere sinceri sia quello di essere merde senza vergognarsene in pubblico. Se qualcuno augura a un suo nemico di morire o di soffrire con acutissimo dolore viene considerato coraggioso perché è stato capace di rivendere una sua pulsione (di quelle basse, delle peggiori) come gesto di coraggio. È di moda il coraggio di essere merde, senza rendersi conto che è la via più semplice, quella che viene facile facile: pronunciare ad alta voce ciò di cui ci dovremmo vergognare è diventato un atto di coraggio, anche se è solo una stolta impudicizia.
Ci siamo innamorati della nobilitazione della parte peggiore di noi stessi e ne rimaniamo perdutamente affascinati. Ormai non sogniamo più di essere migliori ma aspiriamo al massimo a una dialettica spendibile del nostro peggio: spargere odio con una frase colorita è la nostra realizzazione.
E così accade che alcuni pensatori (giornalisti, politici o presunti intellettuali) che hanno ceduto al rilascio dei proprio sfinteri improvvisamente diventino dei profeti. Va per la maggiore quello che dice “non fate quello che faccio ma ascoltate soltanto quello che dico” e così siamo tutti contenti. E anche i deliri di un vecchio suonato alla fine sembrano delle intuizioni immancabili.
Se si muore, poi, il quadro è completo: il rigor mortis è sostituito dall’idiozia del fine vita. Tutto accettato, tutto bello. E quelli che combattono per le idee in cui credono vorrebbero farli passare come deboli illusi e invece siete voi, cinici che vi rivendete come sinceri, che siete solo dei poveri sconfitti smutandati. Vale la pena ricordarvelo.
Buon martedì.