Non ho alcun parente o amico iscritto ad associazioni di memoria, sindacati o partiti; semplicemente, tre anni fa, a quattordici anni, incuriosito dai discorsi di mia nonna, cercai il sito dell’Anpi scoprendo che in quei giorni ci sarebbe stata, a Roma, la celebrazione dei cento anni di un partigiano. Decisi di andarci.
Nacque così il mio interessamento all’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Ascoltai, all’inizio con curiosità poi sempre con maggiore ammirazione fino a scoprirmi realmente interessato a due aspetti di ciò che raccontavano; i due aspetti che, ho scoperto dopo, essere alla base dell’associazione: quello storico e quello sociale. L’Anpi è l’incarnazione di una grande idea di giustizia, costituita da tante battaglie che sono il terreno su cui, nel 1946, è nata la Repubblica italiana.
Gramsci diceva: «La storia è maestra, ma non ha scolari», ed è una frase di schiacciante attualità. Saper guardare a ieri e imparare da quanto è successo per costruire il presente sarebbe la soluzione a tanti mali di oggi; il primo motivo per cui mi sono iscritto è dunque, come accennato, storico.
La storia, ad esempio, ci insegna che…
Leggilo subito online o con la nostra App
SCARICA LA COPIA DIGITALE