Numerose pubblicazioni alimentano il dibattito sul centenario della nascita, a Livorno, del Partito comunista d’Italia. Stando al libro di Ezio Mauro, la “colpa” delle divisioni a sinistra sarebbe solo dei comunisti. Ma la sua è una narrazione che non tiene conto delle precedenti e successive spaccature in casa socialista

Nel 2021 ricorre il centenario della fondazione del Partito comunista d’Italia, costituitosi a Livorno nel gennaio 1921. Molti sono i libri, gli articoli, le occasioni di dibattito in ordine ad un evento indubbiamente periodizzante nella storia politica italiana del Novecento.
Questa non è però una rassegna dedicata, ma un insieme di riflessioni dettate dal libro di Ezio Mauro, La dannazione. 1921. La sinistra divisa all’alba del fascismo (Feltrinelli, 2020).
Il libro di un giornalista, certo non un saggio storico, né storico-politico. Un libro d’occasione, espressamente concepito in vista del centenario del congresso della scissione, il XVII della storia del Partito socialista italiano. L’intento è dichiarato: ragionare della “dannazione” in cui è storicamente incappata la sinistra italiana nel corso della sua gloriosa, ultracentenaria storia. La maledizione della “scissione”, delle divisioni intestine che hanno il più delle volte minato la storia della sinistra in Italia, impedendogli di svolgere quella funzione rivoluzionaria e pure di governo che le era congeniale e sarebbe stata indispensabile per il Paese.

Epperò poi nel libro la “dannazione” è ridotta alla sola scissione comunista di Livorno. La “colpa” insomma (della “dannazione”, delle divisioni, addirittura dell’avvento del fascismo) è solo dei comunisti. Questo il lettore evince dal taglio complessivo del lavoro di Mauro. E del resto si tratta di una “narrazione” largamente in uso ormai da decenni, alimentata anche, se non soprattutto, dagli ex-comunisti, finiti oggi nel modo che tutti sanno. E invece le scissioni nella storia della sinistra italiana furono molte. E molti i colpevoli della “dannazione”.
“Dannazione” che ha infatti una storia. Il libro manca di quello sguardo sinottico e di prospettiva che avrebbe dato al discorso maggiore spessore e utilità.

Proviamo a ripercorrere alcune tappe della “dannazione”. Senza dire della ottocentesca scissione fra l’anima democratico-rivoluzionaria di Mazzini e quella rivoluzionaria senz’altro di Marx in seno alla prima Internazionale, né di quella fra l’idea di rivoluzione di Marx e degli anarchici di Bakunin, prima tappa italiana di questa storia è sicuramente il congresso di Genova del 1892. Che cosa fu la nascita del Partito dei lavoratori italiani se non una scissione originaria, costitutiva, storica? Mauro vi accenna, fa riferimento al contrasto fra Turati e gli anarchici e il resto del vecchio Partito operaio, ma non sembra considerarla la…


L’articolo prosegue su Left dell’8 gennaio 2021

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