Noto in giro una certa sicumera nel descrivere l’azione israeliana su Gaza come una chirurgica operazione di bombe “intelligenti”. Del resto, se ci pensate bene, assicurare di avere colpito solo terroristi e luoghi di terrorismi è l’unico modo per cercare di dare un minimo di credibilità all’assalto.
Che rimane a Gaza? Le Forze di difesa israeliane ci fanno sapere di avere colpito obiettivi sensibili, ucciso uomini di punta di Hamas e avere distrutto più di 90 chilometri della rete di tunnel sotterranei di Hamas: 1.500 «obiettivi terroristici», dice il governo di Netanyahu, aggiungendo anche 675 «basi di lancio di razzi» e più di 200 «terroristi neutralizzati» (cioè ammazzati, per essere chiari).
Manca qualche altro dato: ci sono 1.200 persone ferite, mille edifici distrutti tra case e negozi e 750 case rese inagibili. L’Onu parla di 77mila persone sfollate in tutto. Sono 17 gli ospedali che sono stati danneggiati (non propriamente basi terroristiche, si immagina). Rovinati anche tre grandi impianti di desalinizzazione che hanno lasciato senza acqua potabile 800mila residenti (praticamente metà della popolazione). Almeno 53 le scuole danneggiate. Ammontano a 22 milioni di dollari i danni alla rete elettrica della città. Secondo l’Ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli Affari umanitari, a causa della chiusura o del funzionamento limitato delle strutture idriche e igieniche, l’approvvigionamento idrico è crollato di oltre il 40%. Secondo le stime dell’Onu 47mila degli sfollati rimasti senza casa hanno trovato rifugio nelle scuole dell’Unrwa e il resto da parenti e amici. Circa 12.800 abitazioni sono state parzialmente danneggiate. Centinaia di uffici privati e di Ong sono stati gravemente danneggiati e 33 uffici stampa sono stati completamente demoliti. Distrutto l’unico laboratorio per i test Covid. Nel mirino dei caccia è entrata anche una struttura di cinque piani, la libreria e la casa editrice Al-Nahda sono state demolite, così come una farmacia e l’ufficio centrale dell’Istituto per gli orfani al-Amal.
L’agricoltura ha subito danni per 24 milioni di dollari. Ben 40 milioni di dollari i danni al commercio e all’industria. Tra i siti che hanno subito danni c’è una società farmaceutica, una fabbrica di gelato (italiano) e una fabbrica di materassi, una di inscatolamento di pomodori. Danni totali? Mezzo miliardo di dollari. Mezzo miliardo di dollari.
E torniamo sempre allo stesso punto, a quegli 11 giorni di guerra che sono stati fatti passare come una legittima difesa con bombe intelligenti. Davvero ci vedete legittimità e intelligenza? E poi una domanda: chi paga la ricostruzione?
Buon mercoledì.