Il 65% dei migranti africani si muove all’interno del proprio continente. Meno di una persona su 5 sceglie l’Europa come meta finale. E di queste solo il 6% esce dall’Africa in maniera “irregolare”. Il 94% infatti lascia temporaneamente il proprio Paese per motivi di studio o lavoro

La crisi migratoria scoppiata tra la Spagna e il Marocco a causa di 9mila arrivi in un giorno nell’enclave spagnola di Ceuta, in Nord Africa, ha riportato al centro del dibattito pubblico europeo la gestione dei flussi migratori dal grande continente. Come sempre in Italia gran parte dei media ha fatto leva su una falsa narrazione del fenomeno lasciando intendere che tutti i migranti africani nel momento in cui lasciano le proprie terre e i propri affetti hanno un unico obiettivo fisso in mente: invadere l’Europa. I numeri, però, dicono altro e allora vediamoli insieme.

Per prima cosa va rilevato che i 9mila di Ceuta corrispondono a poco meno di un quinto degli arrivi totali nei primi 4 mesi del 2021 su suolo europeo.

Transitando per le tre principali rotte verso i confini del vecchio continente (Atlantica, Mediterraneo centrale, balcanica) sono state 36mila da gennaio fino a oggi le persone che hanno raggiunto l’Europa, pari a un aumento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2020, quando la diffusione della pandemia di Covid-19 aveva già iniziato a incidere sugli spostamenti. Chi parla di crisi migratoria sembra non tenere conto dell’impatto che…


L’articolo prosegue su Left del 28 maggio – 3 giugno 2021

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SOMMARIO

Scrivevo già per Avvenimenti ma sono diventato giornalista nel momento in cui è nato Left e da allora non l'ho mai mollato. Ho avuto anche la fortuna di pubblicare articoli e inchieste su altri periodici tra cui "MicroMega", "Critica liberale", "Sette", il settimanale uruguaiano "Brecha" e "Latinoamerica", la rivista di Gianni Minà. Nel web sono stato condirettore di Cronache Laiche e firmo un blog su MicroMega. Ad oggi ho pubblicato tre libri con L'Asino d'oro edizioni: Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro (2010), Chiesa e pedofilia, il caso italiano (2014) e Figli rubati. L'Italia, la Chiesa e i desaparecidos (2015); e uno con Chiarelettere, insieme a Emanuela Provera: Giustizia divina (2018).