Il partito capeggiato da Matteo Renzi ha deciso di affossare il Ddl Zan. L'ha deciso, come nella maggioranza delle sue scelte, in base a un ragionamento politicistico che ha poco a che vedere con i diritti...

Quel partito che è una distopia politica (Italia Viva ha percentuali che non corrispondono minimamente al suo peso parlamentare figlio di manovre di palazzo) capeggiato da Matteo Renzi ha deciso di affossare il Ddl Zan. L’ha deciso, come nella maggioranza delle sue scelte, in base a un ragionamento politicistico che ha poco a che vedere con i diritti ma che è perfettamente in linea con la missione della truppa renziana: scostarsi per esistere, incrinare per non scomparire. Sia chiaro, in politica vale tutto e per un partito in estinzione proclamarsi ago della bilancia è l’unico modo per pesare ma il paternalismo con cui questi mascherano la tattica parlamentare è offensivo e immorale.

Renzi (che in questi giorni ha nominato suo ariete il sempre fedele Faraone) sa benissimo che il Partito Democratico non si può permettere di modificare il Ddl Zan. È una sua legge con cui il segretario Letta ha intenzione di costruire la rinnovata identità del partito ed è una legge su cui ci hanno messo la faccia i suoi maggiori esponenti. Anzi, proprio perché Renzi questo lo sa benissimo viene facilissimo scoprire che ancora una volta è il Pd nel mirino dei renziani, sempre intenti a logorare di sponda perché consapevoli che il loro campo è solo uno scantinato. Renzi sa benissimo che un eventuale ritorno alla Camera delle legge sarebbe bloccato da altre priorità (c’è la legge di Bilancio, solo per citarne una) e sa benissimo che questa favola di “mettere la fiducia” è qualcosa che non ha nessun fondamento politico: perché mai Draghi dovrebbe porre la fiducia su una legge che non è assolutamente un manifesto del suo governo? Dai, non scherziamo, su.

Nonostante questi si impegnino tantissimo nella loro narrazione la politica segue logiche molto semplici e lineari: se chiedo a qualcuno qualcosa che so per certo non mi potrà concedere, lo faccio solo perché ho pronta la mia narrazione sul suo prossimo “no”. Ci sono richieste che servono per mediare e ci sono richieste che servono per interferire. Sarebbe poi curioso capire perché in pochi scrivano chiaramente che Italia Viva sta chiedendo di modificare parti della legge che proprio esponenti di Italia Viva hanno chiesto di inserire: basterebbe questo per svelare il trucco e per sottolineare il nonsenso dell’indecente spettacolino a cui stiamo assistendo.

In questo deludente balletto tutti fanno la loro parte: il centrosinistra fa il centrosinistra sostenendo la legge, la destra fa la destra boicottandola (nonostante in Forza Italia ci siano senatori che sono in dissonanza con il proprio partito) e Italia Viva ancora una volta fa l’Italia Viva abbracciando la destra per uccidere il centrosinistra. Questo è, senza troppi giri di parole.

Sullo sfondo ci sono le persone trans che confidavano nel diritto di esistere (e probabilmente non lo avranno nemmeno questa volta) e il dovere di non crescere bambini omofobi o transfobici. Sempre sullo sfondo, sempre periferia.

Rimane però anche un altro punto vero: le istanze del Ddl Zan non sono una nube che si potrebbe addensare all’orizzonte ma sono persone che già ci sono, che sono vitalissime e che non si potrà fingere di non vedere. Ma i miopi (o peggio ancora gli strumentalizzatori) ce li ricorderemo a lungo.

Buon lunedì.

 


Per approfondire, vedi
Left del 2-8 luglio 2021

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SOMMARIO

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.