Fino al 25 luglio al Parco Ecolandia di Reggio Calabria, in un bene confiscato alla criminalità organizzata, incontri e dibattiti sul tema delle migrazioni e dei migranti. Intervengono tra gli altri Mimmo Lucano, Abdou Babakar e Tonino Perna

«Solo se guardi il mondo dalla prospettiva dei Paesi più fragili e dei loro cittadini capisci veramente quali dinamiche lo muovano». È il limpido ragionamento di Tonino Perna, professore di economia, una vita da attivista e oggi vice-sindaco di Reggio Calabria. Le pronuncia proprio nella sua città durante la conferenza stampa di apertura di “The Last 20”, un evento culturale e politico visionario che propone di guardare la realtà – appunto – con gli occhi degli ultimi 20 Paesi del Pianeta. Attenzione, Paesi non “poveri”, ma “impoveriti” da conflitti etnici, guerre, sfruttamento senza limiti delle loro risorse umane e naturali. The Last 20 arriva nel momento giusto: quest’anno l’Italia ha assunto il ruolo di presidente del G20, il forum internazionale dei Paesi più ricchi e potenti del mondo, che rappresentano quasi il 90% del Pil mondiale e contano il 65% della popolazione. «È evidente – spiegano gli organizzatori di The Last 20 – che una larga fetta, circa il 35% della popolazione mondiale, quella che vive le peggiori condizioni di povertà ed emarginazione, non viene presa in considerazione. Noi pensiamo che questo non solo non sia giusto, ma impedisca di affrontare e risolvere le grandi sfide del nostro tempo: la fame, le crescenti disuguaglianze tra i molto ricchi e i tantissimi poveri, i danni provocati dal mutamento climatico, la riduzione delle risorse naturali essenziali, il proliferare di guerre locali e la corsa agli armamenti delle grandi potenze».

Ed è questo lo spirito di The Last 20. Dice Perna: «The Last 20 vuole misurare la temperatura sociale, economica e ambientale del Pianeta, visto come un organismo vivente, e analizza proprio i punti più sensibili della Terra, scoprendo i mutamenti che stiamo attraversando. Solo così si può andare alla radice dei problemi e delle contraddizioni del nostro tempo». L’obiettivo principale di The Last 20, anche se non nasce in contrapposizione o in alternativa al G20, è quindi squisitamente politico: affermare che i Last 20 esistono e soprattutto che “Last 20 matter” – per parafrasare “Black lives matter” – e non possono essere dimenticati. «È necessario – prosegue Perna – un riequilibrio sia territoriale sia sociale, una convergenza che superi le attuali, crescenti, diseguaglianze, un riequilibrio nel rapporto tra la società umana e la natura, per ripristinare il patrimonio naturale ereditato, un riequilibrio nel rapporto tra economia reale e finanza».

La sfida allora è questa: Il mondo si può cambiare dal basso?

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Per capirlo ci si incontra fino al 25 luglio al Parco Ecolandia di Reggio Calabria, un terrazzo sullo Stretto, in un bene confiscato alla criminalità organizzata. I lavori di questa tre giorni vertono sul tema delle migrazioni e dei migranti: il programma prevede ospiti autorevoli, giornalisti, studiosi, politici, sindaci, attivisti, sindacalisti, rifugiati, rappresentanti della Federazione delle Diaspore Africane. A parlare di viaggi dei migranti, modelli di accoglienza, cooperazione internazionale, corridoi umanitari, ruolo degli enti locali e delle comunità ci saranno tra gli altri Maurizio Ambrosini, Mimmo Lucano, Abdou Babakar, Gianni Silvestrini solo per citarne alcuni.

“The Last 20” continuerà poi con altre tappe tematiche a settembre e ottobre 2021. Dal 10 al 12 settembre a Roma, con un focus sulla questione della lotta alla fame e alla povertà, dal 17 al 21 settembre in Abruzzo e Molise, sui temi del dialogo interreligioso e della pace, dal 22 al 26 settembre a Milano, dove si parlerà di sanità, impatto del mutamento climatico, resilienza. E si concluderà a Santa Maria di Leuca il 2-3 ottobre con la stesura di un documento comune da presentare nelle sedi internazionali e ai media, il precipitato di queste e delle successive giornate.
Per la cronaca “The Last 20” si è aperto con la scopertura di una targa per dedicare il ponte del waterfront di Reggio Calabria all’ambasciatore Luca Attanasio e alla sua scorta. Una commossa Zakia Seddiki, moglie di Luca Attanasio ha detto: «Ogni volta che passeremo sul ponte ricorderemo Luca e il carabiniere Vittorio Iacovacci ma anche l’autista Mustapha Milambo». Perché non bisogna dimenticare le persone e i popoli che subiscono ingiustizie. Chi invece ha fatto orecchie da mercante è stato il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che non ha trovato di meglio che mandare un formale messaggio firmato Luigi Di Maio.

I Paesi L20 sono questi: Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Bissau, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan e Yemen.
I promotori: Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria, Federazione delle diaspore africane in Italia, Focsiv, Fondazione Terre des Hommes (Italia), ITRIA (Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili), Mediterranean Hope, Re.Co.Sol. (Rete Comuni solidali), Rete azione TerraE, Fondazione Casa della Carità (Milano), Parco Ludico Tecnologico Ecolandia, Net Scarl. Sul sito le numerose collaborazioni e adesioni e il programma completo.
Info https://thelast20.org