La data di sabato 9 ottobre 2021 rappresenta la clamorosa smentita di tutti coloro che a destra e a sinistra hanno negato o sminuito negli ultimi anni l’esistenza di un pericolo fascista.
Di fatto con la manifestazione dei cosiddetti “no Green pass”, l’occupazione della sede della Cgil nazionale, il tentativo di attacco a Palazzo Chigi e, la sera, l’assalto al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, abbiamo assistito alla prima e grande iniziativa eversiva del millennio. Va da sé il richiamo agli innumerevoli assalti dei primi anni Venti alle Camere del lavoro da parte degli squadristi, e, per alcuni aspetti, alla debolezza del governo Nitti in quell’indimenticabile 1919, anno di nascita del fascismo nel torbido e violento clima del primo dopoguerra. Nulla a che vedere con il governo Draghi, sia chiaro, ma ha colpito l’inadeguatezza delle misure di prevenzione e di repressione dei comportamenti illegali. Per altro aspetto, la vicenda di sabato ricorda la parabola dei “gilet gialli”, caratterizzata da una crescente violenza e dagli eclettici rapporti politici, fra cui quelli con la leader sovranista Marine Le Pen.
Quello che è avvenuto il pomeriggio e la sera di sabato non è nato dal nulla: c’è da tempo nel Paese un clima di torbida acquiescenza ad un impasto di idee e di pregiudizi fascisti, nazisti, nazionalisti, razzisti; ma sabato è un punto di non ritorno: si è determinata per la prima volta una forte integrazione fra l’insieme dei manifestanti e i fascisti di Forza nuova.
L’assalto alla sede Cgil non è stato opera di un commando ma di…
* L’autore Gianfranco Pagliarulo è presidente nazionale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi)
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