Putin fa il Putin, anche perché ormai gli rimane solo quello. Sono fissati per oggi, al netto di prevedibili novità, i colloqui tra Ucraina e Russia. «Abbiamo convenuto che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la delegazione russa senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat», ha annunciato il presidente ucraino Zelensky sul suo canale ufficiale Telegram, descrivendo una telefonata con il presidente Aleksandr G. Lukashenko di Bielorussia. Lukashenko «si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina», ha spiegato Zelensky. Il leader bielorusso è uno stretto alleato di Putin.
Negli stessi minuti Putin si è rimesso a fare il Putin, ordinando ai suoi militari di mettere in massima allerta le forze di deterrenza nucleare del Paese in risposta alle “dichiarazioni aggressive” dei Paesi Nato. Minacciare con il nucleare e alzare il livello dello scontro è la strategia del leader russo. Giudicare Putin che apre ai negoziati con l’Ucraina e contemporaneamente minaccia il mondo è fin troppo facile.
L’Europa trova l’intesa per le sanzioni: «Stiamo chiudendo la spazio aereo dell’Ue ai russi. Proponiamo un divieto a tutti gli aerei di proprietà registrati o controllati dalla Russia di atterrare, decollare o sorvolare il territorio dell’Ue», ha dichiarato Josep Borrell. «Sarà applicato a qualsiasi aereo, compreso i jet privati degli oligarchi», ha aggiunto. Ursula von der Leyen parla di «misure restrittive» contro «i più importanti settori» dell’economia della Bielorussia. «Stop all’export di prodotti come carburanti minerali, tabacco, legname, cemento, ferro e acciaio. E sarà esteso il divieto di scambi commerciali» per quei settori sui quali «è stata sanzionata la Russia», ha detto ancora von der Leyen. Tra le altre misure in campo, «stop alle transazioni con la banca centrale russa e congelamento dei suoi asset all’estero. Esclusione di importanti banche russe da Swift».
Ma l’esultanza vera dei signorotti della guerra arriva per l’annuncio che l’Ue per la prima volta finanzierà l’acquisto di armi. Esultanza generale. Passa qualche minuto e ovviamente si chiede a gran voce (non è per niente una sorpresa) di aumentare le spese militari in Italia. Il ministro della guerra Guerini sorriderà sornione. Poi un giorno ci spiegheranno come possano applaudire il Papa che invoca il silenzio delle armi e con l’altra mano firmare gli assegni. Teneteli bene a mente perché sono gli stessi che fingono di non sapere che armare i civili significa prepararsi a contare le vittime tra i civili. Un altro avviso: tutti quelli che ci dicono che non si possono avanzare ragionamenti complessi sotto le bombe sappiano che potrebbero usare la stessa urgenza per le guerre in Yemen, in Siria, in Libia e altri conflitti.
La china però è evidente: essere interventisti per risultare autorevoli è la via maestra. Del resto quelli che inviano armi all’Ucraina curiosamente sono gli stessi che le spedivano ai russi. La militarizzazione dell’Ue, nata come progetto di pace, si può dire completata. Dicono che sia l’unica soluzione possibile. Una volta si diceva che la guerra era l’ultimo rifugio degli incapaci. Oggi abbiamo un’altra guerra “giusta” da combattere. E la china è brutta.
Buon lunedì.
Nella foto: vigili del fuoco a Kiev dopo un attacco missilistico, 25 febbraio 2022