Il Qatargate è emblema verticale di un sistema criminale che sta corrodendo istituzioni e democrazia, in Italia e non solo, come si può vedere. Se la corruzione e la collusione mafiosa riguardano singoli, si parla di mele marce e persone deviate. Quando la diffusione criminale è endemica diviene sistema e la devianza normalità. Ed anzi, quelli che sarebbero normali in un Paese normale divengono ribelli, disubbidienti, sovversivi…
Non parlo per teoremi ma siccome so, conosco, ragiono per fatti. E non si può tacere.
Quello che ho visto e sentito, analizzato e documentato, prima come pubblico ministero per 15 anni sul fronte della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, poi da presidente della Commissione controllo dei bilanci del Parlamento europeo nel contrasto alle frodi europee e per la trasparenza nell’uso del denaro pubblico, poi da sindaco di Napoli in prima linea per legalità e giustizia sociale, mi fa ritenere con certezza che siamo attraversati fino al midollo delle istituzioni da un sistema, in gran tratti criminale, in cui una quantità impressionante di persone utilizza i ruoli istituzionali non per perseguire bene comune ed interesse pubblico ma fini personali, affaristici, lobbistici e non di rado criminali. Se si segue il denaro si arriva nella stanza dei bottoni, nei luoghi in cui i fili ad alta tensione possono produrre la fine, fisica o professionale, di chi osa contrastare il sistema e la sua ragnatela di insospettabili. Una ragion di Stato criminale soffoca giustizia e ricerca della verità. Le istituzioni europee, spesso lontane dall’attenzione di media e magistrati italiani, sono necessarie per lo scorrimento di un fiume immenso di denaro pubblico e per le coperture per evitare controlli. Il denaro e il potere nelle istituzioni europee è fortissimo. L’ipocrisia di oggi che fa apparire dirigenti politici e personalità delle istituzioni che fanno finta di cadere dal pero di fronte ad un frutteto così indegno è qualcosa davvero di deplorevole. Sembra che nessuno si sia accorto di nulla. Giravano mazzette e bustarelle milionarie e nessuno sentiva e vedeva. Omertà assoluta. Si ingrassano persone che già guadagnano fiumi di denaro per svolgere la più democratica delle funzioni europee: il parlamentare. Ma adesso tutti fanno finta di non conoscere i miserevoli a vario titolo coinvolti. Nessuno ha mai avuto a che fare di punto in bianco con il più volte deputato parlamentare Pd Panzeri, sindacalista della Cgil, poi confluito in Articolo 1, uomo di punta della pseudo sinistra lombarda. Mentre avrebbe dovuto e stare dalla parte dei lavoratori e degli oppressi. E che invece, stando all’ipotesi accusatoria, stava dalla parte della sua famiglia e del suo conto corrente. Come fanno finta di non conoscere un altro portatore di tessere e voti, oltre che protagonista della politica del Pd campano, il più volte deputato europeo Andrea Cozzolino, già noto alle cronache per aver tentato di ostacolare la nostra cavalcata per la mia vittoria a sindaco nella rivoluzione napoletana con lo scandalo dei cinesi portati a votare alle primarie del Pd.
Ma il segretario nazionale del Pd scandalizzato tuona: “Noi siamo parti lese in questa vicenda”. Totò risponderebbe con una pernacchia, ma purtroppo la questione è seria. Fuor di dubbio che il Partito democratico non sia correo sul piano penale dei crimini che uniscono attraverso le mazzette Bruxelles e l’Italia; fuor di dubbio che iscritti al Pd non c’entrino nulla così come militanti e donne e uomini del Pd presenti nelle istituzioni. Ma va denunciato che non siete parte lesa su questa come su innumerevoli e deplorevoli scandali degli ultimi trent’anni ma, invece, siete responsabili, caro Letta, sul piano morale, etico, politico ed istituzionale. E in non pochi casi con evidenti responsabilità anche giuridiche. Più volte, infatti, avete avuto l’obbligo giuridico di impedire che eventi si verificassero e siete stati tante volte silenti ed omissivi, avete non di rado agito con condotte commissive e qualche volta anche complici. Parte lesa non è il Pd, caro segretario. Parti lese sono le cittadine ed i cittadini onesti che sono stanchi di seriali e diffusi giuda istituzionali, parti lese sono i militanti della sinistra che hanno visto, per dolo e colpa grave, cestinare la questione morale posta da Enrico Berlinguer. Parte lesa è il popolo di sinistra che ha visto in questi anni approvare provvedimenti moralmente e politicamente deplorevoli: privatizzazioni selvagge, disastri ambientali, distruzione di diritti e servizi pubblici, dalla sanità alla scuola, cancellazione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori, jobs act, alternanza scuola-lavoro, provvedimenti guerrafondai, decreti sicurezza, politiche liberticide ed oppressive sul piano delle libertà e dei diritti civili e potrei continuare per pagine. Sono parti lese quei servitori dello Stato che sono stati ostacolati e fermati con il contributo determinante di personalità di spicco del partito che oggi rappresenti, caro Letta.
Vogliamo aprire un dibattito pubblico, caro segretario, con documenti e prove, non solo pensieri e parole, sul ruolo determinante del centro sinistra nell’ostacolare attività istituzionali che avevano messo in luce uno dei più gravi sperperi di denaro pubblico che ha attraversato il mezzogiorno d’Italia? Se evocate di essere innocenti allora è necessaria una commissione popolare indipendente d’inchiesta sui tradimenti di cui siete responsabili. Dovresti chiedere allora scusa, caro segretario, invece di agitare lo spadino della parte lesa, perché oggi il partito che rappresenti non ha ormai da troppi anni nessun titolo per rivendicare nessuna superiorità su etica e su temi della legalità. Siete solo una diversa sfumatura di grigio e di nero rispetto a quelli che per anni avete fatto finta di contrastare ma con i quali andate a braccetto nel sistema. Tutti uniti nel partito unico della spesa pubblica. Non siete parte lesa di nulla, siete colpevoli sul piano morale, etico, sociale, politico, istituzionale e a volte giuridico. E non servono i magistrati, non sarà una mancata condanna penale ad assolvervi perché la storia vi ha già considerato colpevoli. E non essendoci sanzione, non c’è nemmeno la funzione rieducativa della pena. Potete solo chiedere scusa, se volete e potete, altrimenti risparmiateci la falsa retorica.
L’autore: Luigi de Magistris, ex magistrato ed ex sindaco di Napoli, è il leader della coalizione Unione popolare
Nella foto: le banconote sequestrate nelle indagini sul Qatargate (dal profilo twitter Polizia federale belga)