Lunghe trecce corvine. Espressione corrucciata. Passo svelto e sincopato. Grandi scarponi scuri. Tulle nero per un abito da sera o righe monocrome sulla divisa scolastica. L’orgoglio di non accettare passivamente nessuna imposizione, la voglia di fare da sola, la determinazione nel cercare la verità. Questa è Mercoledì Addams. Prepariamoci ad un carnevale pieno di bambine vestite come lei.
Ad oggi Mercoledì è una delle serie tv più viste di sempre. Spin off di moltissimi film e telefilm, anche animati, ispirati ai personaggi a fumetti creati da Charles Addams dal 1938 per il settimanale The New Yorker, esce su Netflix il 23 novembre 2022 ed è fin da subito un successo planetario. Protagonista della serie è Mercoledì Addams, originariamente, la più piccola componente della nota famiglia Addams, che ha sempre tentato di rappresentare una famiglia allargata alternativa alla famiglia americana tipica del dopoguerra, composta da un unico nucleo famigliare, inquadrata, omologata, consumatrice capitalista. In questo spin off vediamo Mercoledì alle prese con la sua vita di adolescente. Espulsa dalla scuola per aver difeso in maniera sadica e cruenta il fratello Pugsley da alcuni bulli, viene ammessa alla Nevermore Academy, scuola privata per persone speciali alla Harry Potter ma abitata da adolescenti dai poteri mostruosi (vampiri, lupi mannari, sirene, gorgoni e così via). Lì indaga sugli omicidi commessi da un mostro crudele e sui segreti della sua e delle altrui famiglie.
Jenna Ortega, l’attrice che ha interpretato il personaggio principale della serie, è diventata istantaneamente una star seguitissima. Il suo famoso e folle ballo alla festa, improvvisato quando era in attesa di scoprire di essere malata di Covid, senza nessuna coreografia professionale, spopola da mesi su TikTok, riproposto in tutte le salse. Lo stile dark e sarcastico dell’immaginario degli Addams conquista eventi, moda e social.
Ma non tutti sono affascinati completamente da questo revival gotico apparentemente ironico che viene proposto come una grande novità culturale.
E le note stonate sono molte. Sarà la formazione cristiano cattolica dei due sceneggiatori, Alfred Gough e Miles Millar, già creatori di Smallville, che fa classicamente dire alla protagonista che ognuno di noi ha in sé un mostro (retaggio biblico e razionale del peccato originale e dell’animale che si annida in ognuno di noi, come spiegato da Massimo Fagioli pochi anni or sono sulle pagine di questa testata)? Sarà il fatto che, come se niente fosse, la morte di una delle vittime viene accettata dal padre e da tutti come una buona soluzione alla pazzia che il povero defunto stava sviluppando? Sarà che la grande attrazione fisica tra Gomez e Morticia Addams, che rappresentava la vera alternativa al modello genitoriale americano classico, diventa, in questa versione, scialba, risibile e fastidiosa, proposta come se fosse vista dagli occhi impietosi di una figlia adolescente ma di fatto resa ridicola anche dall’interpretazione degli attori e dalla regia (firmata, per i primi tre episodi, da Tim Burton)? Sarà che la coming-of-age story, la storia di formazione, non porta assolutamente la protagonista a trovare una strada diversa da quella percorsa dagli adulti che la circondano? Sarà il fatto che la critica alla bigotta società americana, abbozzata negli eventi che riguardano i Padri pellegrini e i loro discendenti, non porta a nessun reale cambiamento nei personaggi in quanto essi condividono con vecchia generazione e con i villains lo stesso mondo culturale di riferimento? Sarà che la magia in salsa mistica non ha la stessa fantasia di quella che caratterizza le favole?
Ma allora perché tante bambine hanno fatto di Mercoledì Addams la loro eroina? Cosa c’è in questo personaggio che affascina ragazze, ragazzi e soprattutto bambini? Forse il fascino sta nel fatto che Mercoledì non ha paura. Vive in un mondo spaventoso, si misura con la morte, la mostruosità, la difficoltà di crescere, la necessità di cambiare, la solitudine, l’orrore e non ha mai paura. Per questo diventa la paladina dei più giovani, perché Mercoledì affronta tutto a testa alta, anche i suoi stessi errori. Anche la malattia mentale. Perché in fondo il leit-motiv di tutta la serie sembra proprio questa. La pazzia di essere condannati a diventare come i propri genitori; la pazzia che abita in tutti e, se non controllata, diventa omicida; la pazzia che porta a scegliere l’altro con cui confrontarci nel più pazzo che riusciamo a trovare; la pazzia impossibile da comprendere anche per il personaggio della psicoterapeuta. La confezione audiovisiva perfetta, calibrata dai maestri dell’entertainment, purtroppo non aiuta a riconoscere il vecchio in ciò che ci viene proposto. E la capacità della serie di proporre delle nuove immagini femminili, nella preside Larissa Weems, o nell’innovativo personaggio di Enid Sinclair, di giocare con il genere horror e la commedia, di mettere al centro della storia i rapporti interumani e la costruzione della propria identità fa il resto. E forse è proprio questa la ricerca che affascina così tanto e che speriamo troverà serie veramente nuove per essere raccontata.