I trent'anni dalle bombe del 1993, le tragedie dell'immigrazione come i naufragi di Cutro e Lampedusa. Sono questi i temi del festival "Mediterraneo. Crocevia di mafie, migrazioni, sogni” dal 21 al 25 giugno a Lamezia Terme, in Calabria

Dal 21 al 25 giugno prossimi torna a Lamezia Terme, per la sua dodicesima edizione, Trame-Festival dei libri sulle mafie. Il tema di quest’anno, e non poteva essere altrimenti avendo ancora negli occhi la tragedia di Cutro dello scorso febbraio sulla costa ionica calabrese, sarà “Mediterraneo. Crocevia di mafie, migrazioni, sogni”. Ma non mancherà la riflessione sui trenta anni che ci separano dall’esportazione della strategia stragista da parte delle mafie dalla Sicilia al resto del Paese (il 1993 delle bombe a Milano, Firenze e Roma con l’obiettivo di colpire il nostro patrimonio artistico e che drammaticamente causarono la morte di dieci vittime innocenti).

Avendo inoltre finalmente catturato uno dei principali protagonisti e responsabili di quella terribile stagione, Matteo Messina Denaro, il festival dedicherà grande parte degli eventi anche a quegli anni e a quei temi nonché al tentativo di capire cosa saranno le mafie dopo la sua cattura. Su questi temi, per cinque giorni, il festival tornerà a far riempire le piazze e i siti del centro storico di Lamezia e gli incontri, gli spettacoli, le testimonianze si susseguiranno a ritmo serrato. I protagonisti, come ogni anno, saranno i principali studiosi italiani e stranieri del fenomeno della criminalità organizzata e quest’anno anche dei fenomeni migratori, giornalisti, magistrati e esponenti delle diverse forze di polizia, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che si sono misurate con questi temi, esponenti della politica e delle istituzioni, familiari delle vittime e associazioni nazionali e locali impegnate sui territori nell’azione di contrasto alle mafie o nel soccorso e accoglienza agli migranti che fuggono dagli orrori dei loro Paesi, e anche le centinaia di giovani volontari e volontarie che animano e rendono possibile il festival grazie al loro impegno ed al loro entusiasmo.

A organizzare il principale evento italiano su questo tema è l’omonima fondazione Trame che insieme all’Ala, l’associazione lametina antiracket, sono protagoniste entrambe di un prezioso lavoro culturale, oltre che di informazione e tutela, portato avanti nel corso degli anni con continuità nelle scuole, nei centri di aggregazione sociale a cominciare dal Civico Trame, tra imprenditori, commercianti, professionisti e tutti i cittadini. Lamezia Terme, quarta città della Calabria per numero di abitanti e snodo infrastrutturale fondamentale della regione, non è un luogo neutro, asettico, rispetto ai temi affrontati dal festival, tutt’altro. Il suo consiglio comunale è stato purtroppo sciolto tre volte per infiltrazione mafiosa e sono cadute nel corso degli anni tante vittime innocenti tra cui il giudice Ferlaino ucciso il 3 luglio del 1975, i due netturbini Tramonte e Cristiano uccisi il 24 maggio del 1991, il sovrintendente di polizia Salvatore Aversa e sua moglie Lucia Precenzano uccisi il 4 gennaio del 1992, l’anno delle stragi. Nell’aula bunker della città è in corso dal 2021 il maxi processo alla ‘ndrangheta con oltre 400 capi di imputazione e quasi 500 indagati, ma al tempo stesso Lamezia Terme è la città che in più occasioni ha saputo reagire, denunciare, mobilitarsi con la sua società civile.

Il festival dunque non è un paradosso, ma il suo esatto contrario, la concreta dimostrazione che anche in realtà difficili, territori di frontiera, è possibile svolgere un ruolo positivo non solo per il proprio territorio ma anche oltre. Giovanni Tizian, giornalista e scrittore, da tre anni è il direttore artistico del festival e annunciando l’edizione di quest’anno ha ricordato proprio che: «Il sud Italia, e in generale i paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, sono luoghi che vivono in bilico tra l’oppressione dei poteri criminali e una forte voglia di riscatto. L’edizione di Trame di quest’anno è per questo motivo dedicata al nostro mare, alle sue mille contraddizioni e alla volontà di riscattarsi che è parte del tessuto dei luoghi spesso abbandonati dalle istituzioni. Proveremo a squarciare il velo di indifferenza che ha coperto eventi tragici come le bombe che hanno insanguinato l’Italia nel 1993, ma anche naufragi come quello di Lampedusa nel 2013».

Si parlerà quindi non solo di Italia, ma anche di Malta, Libia e molto altro ancora, ci sarà la realtà e la fiction, la musica e il teatro, i documentari e il cinema, le attività seminariali e formative e i momenti alla scoperta dei beni culturali e naturali del territorio. Non ci resta che dare a tutti gli interessati appuntamento a Lamezia, e chi proprio fosse impossibilitato a partecipare sappia che potrà seguire gli eventi del Festival sui siti www.tramefestival.it (dove è possibile trovare anche tutte le edizioni precedenti) e www.civicotrame.it, nonché sui rispettivi profili social Facebook, Instagram e Twitter oltre che sul canale YouTube Trame Festival.

L’autore: Nuccio Iovene è presidente Fondazione Trame