Il ddl sull’autonomia differenziata proposto dal ministro leghista, attualmente in discussione al Senato, sancisce la fine della scuola della Costituzione e delle norme generali dell’istruzione. È un rischio enorme per l’universalità dei diritti e per la democrazia
«Quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il Presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue …». Queste sono le parole che il padre costituente Piero Calamandrei disse agli studenti l’11 febbraio 1950. Fissiamole bene a mente. Non si sono dedicate adeguate analisi alle possibili conseguenze sul sistema nazionale dell’istruzione dei provvedimenti relativi all’autonomia differenziata, che saranno messi in campo se il ddl 615, promosso dal ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli, dovesse andare in porto.
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