Mentre gli italiani sono ostaggi della rete ferroviaria nelle settimane più trafficate dell’anno, al governo si discute del sesso dei pugili

Mentre la politica italiana discute del sesso dei pugili trainata da una donna che si fa chiamare al maschile la rete ferroviaria del Paese barcolla sotto i colpi dell’insipienza dell’infantile politica del ministro Matteo Salvini. 

Là dove non arrivano gli incendi e la strutturale debolezza si aggiungono i lavori di manutenzione e di potenziamento programmati nelle settimane più trafficate dell’anno, creando disagi che per essere silenziati hanno bisogno di un’olimpica distrazione di massa. 

Sulla tratta Pescara-Bari i treni dell’Alta velocità, gli Intercity e i Regionali accumulano quasi quotidianamente ritardi che si avvicinano alle due ore. Le linee Torino-Milano-Venezia, Milano-Bologna e Roma-Firenze sfasano da giorni, preparandosi ai prossimi lavori sulla linea che istituzionalizzeranno i disagi. 

L’Osservatorio nazionale di Federconsumatori raccontano di fortissimi disagi in Calabria, Toscana, Lazio e Veneto. La cosiddetta Alta velocità si è fermata a Battipaglia andando verso sud e i treni non superano Reggio Calabria verso nord, dovendo ripiegare su bus a Bassa velocità. 

Gli italiani ostaggi della rete ferroviaria durante il periodo estivo in altri tempi sarebbe stato lo spunto per un’indignazione popolare da prime pagine e da dolenti servizi televisivi. Basterebbe, del resto, mettere il microfono sotto il naso di qualcuno delle migliaia di viaggiatori arrabbiati pesti. 

Tutti i microfoni dei giornali servili (gli altri, sia sa, sono ritenuti “corrotti” dal governo) stanno sotto il naso del ministro e della presidente del Consiglio che, in veste di endocrinologi e genetisti, lasciano scorie in giro. 

Buon venerdì.