Discriminazioni da parte delle forze dell'ordine nei confronti di rom e persone di origine africana: lo afferma la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa. E alcuni giorni fa era stato l'Onu a lanciare l'allarme sul "razzismo sistemico"

Se la stampa e il dibattito pubblico non prestassero il fianco alle considerazioni sagraiole di un vicepresidente del Consiglio e ai conseguenti rutti dei suoi tifosi oggi avremmo potuto riflettere con serietà sulle conclusioni della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa. 

Leggendo nel rapporto che in Italia “ci sono numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine che prendono di mira in particolare i rom e le persone di origine africana (…) Si tratta di una forma di potenziale razzismo istituzionale” potremmo ricordarci del rapporto Onu di qualche giorno fa che confermava le discriminazioni nel sistema carcerario italiano, evidenziando “il persistente razzismo sistemico contro gli africani e le persone di origine africana”. “In Italia persiste in maniera significativa il razzismo sistemico contro gli africani e le persone di origine africana da parte della polizia e dei sistemi di giustizia penale”, scriveva quindici giorni fa l’Onu nella sua relazione presentata al Consiglio per i diritti umani a Ginevra. 

Qualcuno ne aveva scritto ma in quei giorni il governo non aveva l’urgenza di seppellire la figuraccia internazionale da rimpatrioti che deportano migranti avanti e indietro. Così la notizia – sostanzialmente identica a quella di ieri – era scivolata come una fastidiosa burocrazia umanitaria degli appassionati del genere. 

Viene il lecito dubbio, dunque, che la frastornante propaganda di governo abbia come inconsapevoli alleati anche i presunti giornali progressisti e il Quirinale che si fanno dettare l’agenda dagli strilli più che dai fatti. 

Buon mercoledì.