Espellere i palestinesi dalla loro terra e occuparla per realizzare la Grande Israele. Dietro all’invasione di Gaza e agli attacchi e ai soprusi perpetrati dai coloni in Cisgiordania c’è questo disegno strategico
Il 7 ottobre, nella sua immane tragedia, pagata cosi duramente dal popolo palestinese e dalle vittime israeliane, ha svelato la verità, oscurata in tutti questi anni da una narrativa che la verità la rovesciava. Lo Stato di Israele è stato presentato come eterna vittima, e non come autore della scelta strategica di annientare il popolo palestinese e sradicarlo dalla propria terra abitata per secoli. Un piano coloniale in atto da più di cento anni, sempre più esplicitato dai governi di Netanyahu, fino al 23 settembre 2023 quando, alle Nazioni Unite, il primo ministro mostrò una carta geografica della regione senza i territori palestinesi occupati. L’ultimo passo verso l’esistenza nei fatti della Grande Israele, accuratamente preparato dalla Knesset che nel 2018 votò una legge fondamentale che conferiva il diritto all’autodeterminazione al solo popolo ebraico, stabilì l’ebraico come unica lingua ufficiale dello Stato, estese la sovranità di Israele agli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata. Del resto il governo di Netanyahu è in continuità con la politica di Menachem Begin fondatore del suo partito, il Likud, il quale nel 1947 si rifiutò di riconoscere la partizione della Palestina stabilita dall’Onu, considerandola illegale, motivando il suo rifiuto con il fatto che quella terra “dal fiume al mare” appartenesse al popolo ebraico per diritto divino. A Gaza è in atto un genocidio, vengono compiuti crimini di guerra e contro l’umanità riconosciuti dalla Corte penale internazionale, che chiede l’arresto per Netanyahu e il suo ministro degli Esteri Gallant. Questo accade mentre la Corte internazionale di giustizia indaga sugli intenti genocidiari di Israele e sentenzia l’illegalità dell’occupazione militare del ’67 della Cisgiordania, Gaza e di Gerusalemme Est.
Nella Cisgiordania è il via libera a fanatici fondamentalisti messianici, i coloni che, in tutti questi anni a partire dal 1967, si sono impossessati delle terre coltivate e abitate dai palestinesi con la forza dell’occupazione militare. Ciò è avvenuto non solo durante i governi della destra di Netanyahu, che vinse le prime elezioni nel giugno del 1996, ma ben prima con i governi laburisti che, non dimentichiamo, furono fautori, con alla testa David Ben Gurion, della prima Nakba palestinese (la catastrofe), con l’espulsione di oltre 700mila persone e la distruzione di 482 villaggi palestinesi per cancellarne la memoria ed impedire il ritorno degli abitanti. Ed oggi il ministro Bengvir sostiene che devono portare a compimento l’operazione che Ben Gurion non completò: espellere tutti i palestinesi dalla Palestina storica.
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