Il 14 dicembre 2024 è stato arrestato il generale Walter Souza Braga Netto, ex ministro della Difesa di Jair Bolsonaro, e da lui scelto come suo vice alle elezioni presidenziali del 2022. Secondo gli inquirenti, Braga Netto ha agito “con dolo” per ostacolare le indagini della Polícia Federal sul tentato golpe del 2022, del quale sarebbe stato la mente, assieme all’ex presidente. Nel mandato di arresto del generale, si legge che avrebbe tentato ad accedere alle informazioni raccolte dalla magistratura, grazie al collaboratore di giustizia, tenente-colonnello Mauro César Barbosa Cid. Braga Netto avrebbe esercitato pressione sul padre del collaboratore, anch’egli generale ed ex compagno di classe di Bolsonaro all’Accademia militare “Agulhas negras” negli anni Settanta, al fine di «controllare le informazioni fornite, alterare la realtà dei fatti accertati, oltre a consolidare l’allineamento delle versioni tra le parti indagate».
L’arresto dell’ex ministro della Difesa, avviene nell’ambito dell’Operação Contragolpe, lanciata il 19 novembre 2024, dalla Polícia Federal, con l’obiettivo di «smantellare la Centrale operativa» dell’organizzazione criminale composta, per la maggior parte, «da militari addestrati nelle Forze Speciali (Fe)», che si avvalevano di conoscenze tecniche e militari di alto livello per «pianificare, coordinare ed eseguire azioni illecite nei mesi di novembre e dicembre 2022».
Tali “azioni illecite” consistevano, in un primo momento, nell’ideazione e messa in atto di una campagna di discredito sulla sicurezza del sistema elettorale brasiliano. Orientati da militari, ora indagati, gli influencers più seguiti dall’elettorato di estrema destra, come l’argentino Fernando Cerimedo, considerato uno dei responsabili dell’espansione della destra in America Latina, nonché stratega digitale dell’attuale presidente dell’Argentina, Javier Milei, diffusero notizie false al fine di rendere poco credibile la vittoria del centrosinistra; successivamente, costatata la vittoria di Lula, l’obiettivo dell’organizzazione criminale, capeggiata da Bolsonaro e Braga Netto, cambiò: impedire l’insediamento di Lula, uccidendolo, assieme al vicepresidente Geraldo Alckmin.
Secondo il collaboratore di giustizia Mauro César Barbosa Cid, ex braccio destro di Bolsonaro, il cospicuo tesoretto per uccidere Lula, Alckmin, e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, fu fornito direttamente al generale Braga Netto dagli imprenditori dell’agrobusiness (v. anche qui) che compongono tuttora la base elettorale di Bolsonaro. Odiato dalle destre, Moraes è stato spesso bersaglio degli attacchi di Elon Musk per aver condotto indagini sulle cosiddette “milizie digitali”, ovvero, la rete di influencers di estrema destra dedita a disseminare notizie false e campagne di odio contro gli oppositori e chiunque esprima idee progressiste.
Secondo quanto riportato nel rapporto di oltre 800 pagine, divulgato dalla Polícia Federal a fine novembre, un’organizzazione criminale composta da una quarantina di individui, tra militari, influencers di destra, politici, imprenditori e un sacerdote cattolico, pur di mantenere al potere l’ex presidente della Repubblica Jair Bolsonaro, pianificò il sovvertimento violento dello Stato democratico, attraverso un vero e proprio golpe. A tal fine, Braga Netto e Bolsonaro, sconfitti alle elezioni del 2022, idearono e misero in atto un piano di destabilizzazione politica e sociale, attraverso una serie di azioni violente, iniziate subito dopo la vittoria di Lula, come la fallita esplosione di un camion cisterne di carburante per aerei, nei pressi dell’aeroporto di Brasilia, la tentata invasione della sede della Polícia Federal, atti vandalici contro il sistema di trasmissione di energia elettrica del Paese, con l’abbattimento e danneggiamento di una ventina di torri, in diversi Stati, blocchi stradali indetti da camionisti pro Bolsonaro e, infine, la sedizione, con l’incitazione ad invadere e depredare i palazzi del governo e della Corte Suprema, nella capitale Brasilia, l’8 gennaio 2023. Dal rapporto, reso pubblico alla stampa, emerge che i sostenitori di Bolsonaro, rimasti per mesi accampati davanti alle caserme, ricevevano continue rassicurazioni sulla buona riuscita del golpe da parte di militari riconducibili a Braga Netto.
Dagli atti di indagine risulta che il capo di Stato maggiore della Marina sosteneva il golpe, mentre i comandanti dell’Aeronautica e dell’Esercito erano contrari. Questa situazione di contrapposizione ha portato al fallimento del piano golpista e, pertanto, alla soppressione del piano di eliminazione di Lula, Alckmin e Moraes. Alle pagine 13 e 215, si legge che per uccidere i primi due i militari avrebbero fatto uso di veleno, o elementi chimici non specificati (operazione soprannominata “Punhal verde e amarelo”). Per quanto riguarda il giudice Alexandre de Moraes, invece, i golpisti erano indecisi tra l’arresto, l’avvelenamento o l’uccisione con un attentato dinamitardo, che sarebbe dovuto avvenire il 15 dicembre 2022. La magistratura specifica che il piano si dovette arrestare «quando l’allora presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, non riuscì a ottenere l’appoggio del generale Freire Gomes e della maggioranza dell’Alto Comando dell’Esercito». A quel punto, ai sicari, militari appartenenti ad un reparto speciale delle Forze Armate intitolato “Kids pretos”, già posizionati nei pressi della residenza del giudice e della Corte Suprema, fu dato l’ordine di fare retromarcia. La riunione in cui fu presa la decisione di uccidere le massime cariche dello Stato e il giudice, avvenne nella casa del generale arrestato, Walter Souza Braga Netto. Copie del piano golpista, organizzato nei dettagli, furono stampate all’interno del Palácio do Planalto, la sede ufficiale della Presidenza della Repubblica, da un altro generale, Mário Fernandes, anch’egli arrestato, e portate ad una riunione presso il Palácio Alvorada, la residenza ufficiale del presidente, dove si trovava Bolsonaro. Altre copie sono state trovate nella sede del suo partito, il Partido Liberal (PL), che possiede il maggior numero di deputati e senatori eletti.
Dimesso dall’ospedale Sírio-Libanês di San Paolo, dove si trovava dallo scorso lunedì, a seguito di un ricovero d’urgenza per ridurre un ematoma cerebrale, Lula ha difeso la democrazia e il diritto alla presunzione di innocenza di Braga Netto. «Quello che non ho avuto io, voglio che lo abbiano loro», ha dichiarato, aggiungendo che, dimostrata la colpevolezza degli arrestati, la punizione sia “severa” essendo “inammissibile”, in una democrazia, che “militari di alto grado” pianifichino l’uccisione delle massime cariche dello Stato o di componenti della magistratura.
L’autrice: Esperta di diritto internazionale e scrittrice, Claudiléia Lemes Dias è autrice di vari libri, fra cui Le catene del Brasile (L’Asino d’oro edizioni)
Nella foto: Il ministro della difesa Braga Netto e il presidente Bolsonaro, 22 febbraio 2020 (Di Palácio do Planalto)