Keep Europe Elon-free. Abbiamo scelto di mettere in copertina l’incisivo stencil di un anonimo street artist per dire “Su la testa, Europa!”. In gioco c’è la nostra democrazia, la nostra qualità della vita, i diritti delle donne, dei lavoratori, dei giovani e delle persone vulnerabili. Se guardiamo solo alle strategie economiche, è questo il momento di cominciare a investire seriamente su innovazione, tecnologia, ricerca per recuperare competitività rispetto alle grandi potenze del settore (Usa e Cina) e per sottrarsi alle mire espansionistiche del tecno capitalismo a stelle e strisce che usa le peggiori destre come testa d’ariete per dividere e frammentare l’Unione. Ora più che mai è il momento di darsi una mossa. Un esempio? Starlink non è la sola rete satellitare possibile. Cosa aspetta l’Europa a implementare il progetto Iris 2 a partecipazione pubblica? Certo, è vero, scontiamo un gap profondissimo. Gli Usa da sempre investono in tecnologia più di chiunque altro. Musk stesso ha beneficiato di ingenti fondi pubblici per sviluppare i propri progetti. SpaceX dal 2008 ha ricevuto 20 miliardi di dollari dal governo Usa, quasi tutti dalla Difesa e dalla Nasa, come ha ricordato il sociologo Evgenij Morozov, intervistato da Repubblica. Accadeva ben prima del ritorno di Trump che ha cooptato Musk nella compagine di governo in qualità di “consigliere del principe” mettendolo a capo del Doge, il nuovo dipartimento di Stato con il compito di tagliare spese e burocrazia.
Anche la Cina punta fortemente sull’innovazione tecnologica da oltre 25 anni e i risultati si vedono eccome, non solo nel settore dell’auto elettrica ma anche in quello dell’informatica e degli smartphone. Non è un caso che sia cinese l’ideatore di DeepSeek, la start-up di intelligenza artificiale open source che ha raggiunto prestazioni simili a quelle di ChatGpt con microchip meno potenti e a basso costo, «mettendo in discussione le spese ingentissime sostenute negli ultimi anni dai colossi tecnologici statunitensi», ha rimarcato all’Agenzia Nova l’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman. In un solo giorno il colosso big-tech Nvidia ha visto bruciare in borsa 465 miliardi di dollari, solo per dirne una.
Ma torniamo in Europa. In questa cover story Alessandro Volpi e Andrea Ventura analizzano la nuova fase del capitalismo che punta alla dissoluzione dei grandi Stati-nazione sostituiti da tanti piccoli territori senza tassazione progressiva, senza welfare, dove impera la deregulation. Si tratta di una dinamica ben descritta da Quinn Slobodian nel suo recente libro Il capitalismo della frammentazione (Einaudi). E Musk con il suo saluto fascista nel giorno dell’insediamento di Trump è la manifestazione plastica di questa analisi.
Nonostante lo spostamento a destra della Commissione europea (che va contrastato con ogni mezzo) noi pensiamo ancora che il sogno di un’Europa nata a Ventotene per dire mai più fili spinati, sia l’unica risposta contro le guerre, contro l’arroganza e la violenza della tecnodestra al potere negli Usa. In un momento storico in cui assistiamo a un inquietante salto di paradigma del capitalismo in cui i padroni delle piattaforme private, gli oligarchi del web, si stanno facendo Stato per dissolverlo e privatizzarlo, pensiamo – forse romanticamente – che proprio quell’Europa che il Welfare lo ha inventato, possa essere ancora un baluardo di progresso democratico, in nome dell’uguaglianza. Lo sappiamo, l’Europa reale, che con la prossima attuazione del migration act assomiglierà sempre di più a una Fortezza, non è quella che immaginiamo e vogliamo. Occorre invertire la rotta puntando sul processo di integrazione politica, sull’affermazione dello stato di diritto, sul rispetto dei diritti umani, sulla solidarietà.
Perché, se l’Europa resta solo un’unione di mercati, continuerà ad essere politicamente e socialmente fragile e i Musk di turno se la mangeranno in un boccone, usando come clava forze antieuropeiste ed eversive. Basti pensare ai neonazisti di Afd, in forte crescita in una Germania in crisi anche economica (che il 23 febbraio va alle elezioni), come scrive nella sua accorata analisi Heinz Bierbaum. In piena campagna elettorale l’intervista senza filtri di Musk – che su X ha 215 milioni di follower – alla leader di Afd Alice Weidel, le dichiarazioni di Mister X del tipo «Solo Afd potrà salvare la Germania», i suoi interventi da remoto al raduno di AfD in Germania per affermare, nel Giorno della memoria, che i tedeschi non devono più avere sensi di colpa per il passato nazista, ma anzi devono essere orgogliosi di essere di tedeschi, nonché i suoi attacchi al «multiculturalismo che diluisce tutto», non lasciano adito a dubbi sul Musk-pensiero. Manca solo che parli di razza ariana superiore.
Intanto negli Usa Trump ordina rastrellamenti di persone che potrebbero o meno essere immigrati illegali e prova a cancellare un pilastro della Costituzione Usa: lo Ius soli (contrastato dal deep state americano, che per fortuna ha ancora i suoi pesi e contrappesi), come scrive qui Alessia Gasparini. E in Italia Giorgia Meloni fa altrettanto deportando migranti in carceri costruite in Albania con i soldi dei contribuenti italiani. Nel frattempo ha scarcerato e accompagnato a Tripoli con un volo di Stato il generale libico Almasri, torturatore di migranti e criminale di guerra su cui pesa un mandato di cattura della Corte penale internazionale .(Ma la presidente del Consiglio non aveva detto di voler dar la caccia ai trafficanti di esseri umani «su tutto il globo terracqueo»?).
E poi, a proposito di strategie per disgregare la democrazia, quando viene indagata dalla Procura di Roma (per il caso Almasri) Meloni coglie l’occasione per attaccare frontalmente un altro organo costituzionale: la magistratura. Come se non sapesse che quello della procura è un atto dovuto e legittimo. L’obiettivo della destra che punta a far passare entro l’estate una pericolosa riforma costituzionale, è bene rimarcarlo, è limitare il più possibile l’indipendenza dei pubblici ministeri, come ben spiega Andrea Natale di Magistratura democratica, che con altri giuristi interviene autorevolmente su questo numero. Nell’Italia di Meloni (unica rappresentante europea di governo corsa a baciare la pantofola di Trump), di Salvini e Tajani, nell’Italia di La Russa presidente del Senato, l’attacco alla magistratura, la persecuzione degli stranieri, la retorica xenofoba e i provvedimenti per reprimere ogni forma di dissenso (come il ddl Sicurezza) stanno creando le condizioni per uno Stato di polizia. In questa congiuntura la presidente del Consiglio vuole affidare asset strategici e delicati che riguardano la difesa a Starlink, facendo fare affari a SpaceX. Anche per questo ripetiamo con forza: Musk stia alla larga dall’Europa. E dall’Italia.
In foto: opera dello street artist Harry Greb