Dietrofront, camerati. Il ministro Nordio, così sfrontato in Parlamento quando ha inveito contro la Corte penale internazionale, improvvisamente si è ammansito. Dopo la sfuriata contro le opposizioni ha indossato l’abito dello statista (ogni membro del governo ne ha uno nell’armadio, Meloni più d’uno) e ha citofonato all’Aja con le mani giunte.
I bene informati dicono che tra le proposte dell’esecutivo ci sarebbe anche “quella di rivedere il sistema di invio al ministero dei mandati di cattura internazionali” per instaurare “una sorta di comunicazione diretta in modo da eliminare il passaggio con l’ufficiale di collegamento dell’ambasciata italiana in Olanda”. Magari, si scherza, anche l’uso di Google Traduttore per comprendere le carte ricevute.
Negli uffici di via Arenula i consiglieri del ministro devono averlo convinto che trumpizzarsi contro la CPI e impugnare la clava contro il procuratore Lo Voi è un atteggiamento che accarezza gli sfinteri degli elettori ma che isola l’Italia sul piano europeo e internazionale. A meno che la presidente del Consiglio, sovranista alla bisogna, non sogni di diventare il cinquantunesimo Stato degli USA di Trump.
Dietrofront, audaci. Gli sfrontati nel giro di poche ore sono tornati a voler fare gli statisti. Hanno giocato a ribaltare l’ordine internazionale e la maestra li ha richiamati all’ordine. Fine della boria, fine della festa. Chissà come ci è rimasto il ministro Salvini in tournée con gli abiti sbagliati mentre i suoi treni continuano a non arrivare.
Buon mercoledì.