Mentre alcuni grandi contratti, come quello dei metalmeccanici dell’industria, non riescono ad andare in porto, altri settori offrono interessanti esempi di contrattazione di successo

L’andamento della contrattazione in Italia, in questa stagione, è piuttosto frammentario. Mentre alcuni grandi contratti, come quello dei metalmeccanici dell’industria, non riescono ad andare in porto, altri settori offrono interessanti esempi di contrattazione di successo, come era stato, in novembre, proprio per i metalmeccanici artigiani e, recentemente, per i lavoratori dell’edilizia.
Poco più di una settimana fa, invece, è stata la volta di un comparto particolare: quello del lavoro in somministrazione che conta più di mezzo milione di attivi ogni giorno.
Ma cosa si intende con “lavoro in somministrazione”? In parole povere di tratta di un rapporto di lavoro con una caratteristica particolare, perché coinvolge non due, ma tre parti: cioè il lavoratore, l’agenzia di somministrazione e l’azienda utilizzatrice che si avvarrà della prestazione di lavoro.
Dunque, un rapporto nel quale si verifica una scissione tra la titolarità del contratto, che è in capo all’agenzia per il lavoro che lo sottoscrive, e l’uso effettivo della prestazione professionale da parte di un’azienda.
Il contratto nazionale di lavoro è stato sottoscritto, il 3 febbraio, da Assolavoro, l’associazione nazionale che rappresenta la quasi totalità delle agenzie per il lavoro, e dai sindacati confederali di questo complesso settore: Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e UilTemp. E comprende diversi contenuti interessanti. La qualità del dialogo sociale tra le parti è un valore centrale dell’accordo: fatto non scontato per un settore che, fondato proprio sulla flessibilità del rapporto di lavoro è stato per taluni, nella prima parte della sua storia, sinonimo della condizione di precarietà dei lavoratori. Un settore che noi abbiamo sempre sostenuto per il semplice fatto che, per l’azienda utilizzatrice, questo tipo di prestazione flessibile ha un costo molto più elevato del normale lavoro dipendente a tempo indeterminato o determinato. Come spiega una dichiarazione congiunta delle organizzazioni confederali: “l’ipotesi di accordo, che sarà sottoposta al voto delle assemblee di lavoratori e lavoratrici, offre risposte, seppure con gradi diversi, a tutte le rivendicazioni della nostra piattaforma, adeguando le norme ai bisogni delle persone che lavorano in somministrazione e innovando il settore, anche attraverso una maggiore centralità delle relazioni sindacali”. Dal canto suo, Assolavoro definisce l’intesa «una prova di maturità importante per il settore, che dimostra di saper affrontare con responsabilità e visione le sfide del mercato del lavoro, garantendo continuità occupazionale ai lavoratori».
Riassumiamo gli aspetti sostanziali dell’accordo. Per quanto riguarda la formazione e le competenze, l’investimento delle risorse del fondo bilaterale Formatemp viene regolato in modo più strutturato per migliorare l’occupabilità dei dipendenti delle agenzie: 300mila lavoratori, ogni anno, potranno beneficiare di attività di formazione gratuita. Il welfare sanitario contrattuale prevede un rafforzamento delle prestazioni assicurative e mediche. La continuità occupazionale sarà sostenuta da nuovi strumenti che interverranno durante periodi recessivi e a supporto delle donne in gravidanza e delle categorie più svantaggiate. È stata aumentata, con percentuali superiori al 15%, l’Indennità di disponibilità, portando quella “ordinaria” da 800 euro a 1.000 euro mensili e quella di Procedura di ricollocazione (ex art. 25), da 1.000 a 1.150 euro. È previsto un meccanismo di verifica dell’adeguatezza in base all’andamento dell’inflazione. Per quel che riguarda il Fondo di solidarietà bilaterale è stato previsto un raddoppio del finanziamento con una crescita dell’aliquota contributiva allo 0,60%, ripartita tra agenzie (0,45%) e lavoratori (0,15%). Infine è prevista la certificazione della rappresentanza di settore, anche per la parte datoriale, e le regole per l’elezione delle Rsu.
Crediamo che, in un periodo tanto complesso e difficile per il nostro tessuto produttivo, Assolavoro e le organizzazioni confederali dei lavoratori di questo settore abbiano offerto al Paese, senz’altro, una buona notizia: ossia un esempio di relazioni industriali di qualità.

L’autore: L’ex ministro Cesare Damiano è presidente dell’associazione Lavoro&Welfare

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