Congo… Congo… Questo nome torna spesso nelle cronache dall’estero, quasi sempre per eventi drammatici: guerre, malattie terribili come Aids ed Ebola. Oggi si parla ancora di un sanguinoso conflitto, ma regna grande confusione: nelle orecchie dei cittadini europei si mescolano nomi come il Congo francese e quello belga, Zaire e Repubblica democratica del Congo, Leopoldville e Kinshasa, Tutsi e Hutu: ma queste popolazioni non si erano già scannate in Ruanda a metà negli anni Novanta? E cosa c’entrano adesso col Congo?
Per capire l’attuale crisi, serve un po’ di contesto storico. Alla fine dell’Ottocento, l’Africa fu spartita tra le potenze europee. Nell’area centrale, il colonialismo francese e quello belga generarono due Paesi: l’attuale Repubblica del Congo (ex francese) e la Repubblica democratica del Congo (RdC). Entrambi ottennero l’indipendenza nel 1960 dopo violenti scontri. Il Congo belga divenne Zaire (1971-1997), per poi assumere il nome attuale. La capitale Leopoldville, dal Re Leopoldo II che considerava il Congo sua proprietà privata, dal 1966 ha cambiato il nome in Kinshasa.
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