Nella XIX Mostra Internazionale di Architettura che si terrà Venezia dal 10 maggio al 23 novembre, il Padiglione Italia curato da Guendalina Salimei affronta il tema complesso e difficile del rapporto tra le terre abitate e l’acqua, in sintonia con il tema generale della Biennale che propone l’architettura dell’adattamento, capace attraverso “Intelligens. Natural. Artificial. Collective” di rispondere alle sfide della contemporaneità.
Poche sono state le anticipazioni fornite durante la conferenza stampa dalla curatrice architetta Guendalina Salimei, docente alla Facoltà di Architettura di Roma, che ha potuto, per scelta degli organizzatori, solo indicare come la mostra sarà una “wunderkammer” orientata ad illustrare e ripensare il rapporto tra il mare e le nostre coste. Nessuna indicazione sul numero dei progetti esposti, sui nomi degli autori selezionati, sulla forma dell’allestimento, solo un accenno alla presenza di gruppi affermati ed esordienti la cui selezione è in corso tra le 600 proposte che sono state inviate in risposta alla call for visions and projects aperta lo scorso 24 gennaio.
Un numero di contributi che a detta della curatrice rispecchia un evidente successo per il tema proposto che ha visto candidature anche di istituti scolastici e amministrazioni e che confluiranno in una sezione del catalogo della mostra che si annuncia ricco e articolato in tre volumi concepito come un “portolano per la navigazione”.
Il presidente Pierangelo Buttafuoco ha poi richiamato l’attenzione sulle intelligenze proprie dell’antica lingua del mare che unificava tutti i porti del Mediterraneo: noi siamo ancora quella terra in mezzo al mare e ancora ci riguarda, come allora, creare (o ricreare) la visione, da una centralità posizionata, di un orizzonte comune. Il Padiglione Italia, può essere “il corso velocissimo per la formazione del futuro, perché dal Mediterraneo noi veniamo e solo dal Mediterraneo noi possiamo costruire il futuro”.
Durante questa conferenza stampa quindi non si è parlato di intelligenza artificiale, bensì di intelligenza umana e di intelligenza del mare, di “un convivio di intelligenze riunite nell’intento di trovare soluzioni”. Così le parole di Buttafuoco che ha citato Muhammad-al-Idrisi, il celebre geologo alla corte di Palermo nel 1145 che dal monte Altesina spaziava con lo sguardo in tutto il Mediterraneo.
Il Padiglione Italia, affrontando il tema del rapporto tra le terre abitate e l’acqua, un tema così importante e ad una scala complessiva, nazionale costituisce una occasione pressoché unica per riflettere sui grandi temi urbanistici, ambientali dell’assetto del territorio, su un’idea di sviluppo e sugli effetti indotti dai cambiamenti climatici.
Una occasione rara che speriamo non vada dispersa e da cui far scaturire possibili indicazioni per una visione complessiva del Paese su questo tema.
Va però anche detto che se l’Italia condivide da millenni una connessione intima con i vari popoli e le varie culture del Mediterraneo, in questo momento in cui su un’altra costa dello stesso mare si stanno vivendo momenti drammatici sarebbe stato coraggioso dare uno sguardo dal mare verso quella terra ora devastata ma ricchissima di storia che è la striscia di Gaza.
Gaza una città che vive sul mare e con il mare da almeno 4.500 anni, che parlava allora la nostra stessa lingua, che ha commerciato e scambiato culture con i popoli italici per secoli. La Biennale, generosamente, avrebbe potuto darle uno sguardo, dal mare, contribuire al suo recupero e applicare il senso profondo del titolo Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del mare: ”la centralità del rapporto strutturale tra l’acqua e la terra, tra naturale e artificiale, tra infrastruttura e paesaggio, tra città e costa, incide sull’identità del Paese e sui delicati equilibri tra ambiente, uomo, cultura ed economia che devono essere sia tutelati nella loro integrità, sia ri-progettati per quell’imprescindibile adattamento a un futuro pervaso da nuove pressanti esigenze”. Dal comunicato stampa di presentazione del padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025.
Gli autori: Corrado Landi, Giancarlo Leonelli e Fiammetta Nante sono architetti
In apertura: la vita a Gaza prima della guerra e della distruzione