Cosa succede quando si provano a verificare i dati sui femminicidi in Italia? Che dati si trovano? Come possiamo confrontarli con quelli di altri Paesi? Forse non tutti sanno che i siti istituzionali non sono il posto giusto dove cominciare a cercare. A meno di non accontentarci delle preziose analisi condotte dall’Istat sui casi dell’anno precedente. Ma manca un luogo dove andare a monitorare l’andamento degli omicidi volontari almeno mensilmente, con tutte le informazioni che servirebbero per capire se aumentano i casi tra le fasce più giovani, se ci sono ancora in Italia figlicidi e infanticidi e quanti sono, in che zone d’Italia si registrano, e molto altro.
L’ultimo rapporto dell’Eige (European institute for gender equality) lo conferma: i dati sui femminicidi in Europa sono incompleti, disomogenei e spesso inaffidabili. Contare però è il primo passo per prevenire. Se non sappiamo quante donne vengono uccise, da chi, dove e con quali precedenti, in che contesto familiare, se è presente una disabilità, come possiamo valutare se le azioni per contrastare la violenza funzionano?
Nel 2022, secondo gli ultimi dati raccolti in 22 Paesi dell’Unione europea, le vittime donne di omicidio sono state 1.231. Di queste, 678 sono morte per mano di un familiare, 484 di un partner intimo, perché l’unico modo in cui si contano i femminicidi in Ue è usare la definizione più restrittiva, quella che li indica come «l’uccisione di una donna da parte di un partner intimo e la sua morte come conseguenza di una pratica dannosa». L’Unodc, l’agenzia delle Nazioni Unite per la droga e il crimine, che produce report sugli omicidi volontari a livello internazionale, denuncia che nel mondo il numero di Paesi che registrano i dati sui femminicidi intesi come omicidi commessi da familiari e partner è aumentato fino al 2020 (75 Paesi), ma nel 2023 si è ridotto della metà, limitando la possibilità di monitorare il fenomeno a livello globale. Ma anche contando solo gli omicidi che avvengono nella sfera privata, in casa, vediamo un impatto enormemente sproporzionato sulle donne rispetto agli uomini. Nel Femicide Brief 2022 di Unodc, a livello internazionale, viene riportato che circa il 55% delle vittime femminili di omicidio è stato ucciso da partner intimi o da altri membri della famiglia. Al contrario, uomini e ragazzi sono principalmente a rischio di essere uccisi da qualcuno esterno alla famiglia: solo Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivistaQuesto articolo è riservato agli abbonati
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