Paolo Latella è un insegnante ed è segretario del sindacato Unicobas in Lombardia. Un anno e mezzo fa ha inviato al ministro dell’Istruzione Carrozza un dossier sulle pratiche irregolari di molte scuole paritarie. Per questo ha ricevuto anche minacce anonime. Ma lui ha diffuso il dossier tra i parlamentari della Commissione Cultura e Istruzione, denunciando cosa accadeva in molte scuole paritarie: l’impiego di docenti che non hanno titoli; lo sfruttamento da schiavi di insegnanti che, pur di ottenere l’agognato punteggio per scalare le graduatorie provinciali, sono costretti a lavorare per 4-5 euro l’ora o gratis, pagando di tasca propria i contributi; la formazione di classi fantasma che si materializzano in prossimità degli esami, da svolgere in sedi accomodanti. Ha denunciato la facilità con cui si ottiene la parificazione, realtà anomale come Caserta, dove ci sono 413 scuole paritarie e 217 scuole statali, e la finzione dei controlli, rari e con preavviso.
I politici, con l’eccezione di due esponenti del M5s, sono rimasti in silenzio. Anzi, nell’ottobre del 2013 è scomparso misteriosamente dal “decreto Istruzione” proprio l’articolo che riguardava i diplomifici. Sull’argomento tace anche l’attuale ministro Giannini, nonostante l’operazione di ascolto sulla “buona scuola”.
Così Latella ha messo la sua denuncia sulla rete: il Libro nero della scuola italiana mettendo i fatti uno dietro l’altro, emerge che il centrosinistra non ha contrastato affatto la politica del centrodestra volta a indebolire la scuola pubblica, dalla legge 62 di Luigi Berlinguer e Massimo D’Alema, grazie alla quale le scuole private (in grandissima parte cattoliche) sono state inserite nel sistema pubblico. Anzi il centrosinistra ha fornito una copertura più convincente per far passare cambiamenti retrivi sotto l’apparenza di riforme per ammodernare la scuola.
Berlinguer rese più confusa l’opposizione al bliz che aprì il finanziamento pubblico alle scuole private, presentando la legge 62 come un colpo ferale ai diplomifici, che hanno continuato a prosperare, e alle violazioni dei contratti nazionali negli istituti privati, che sono diventati contratti a progetto nelle paritarie.
Il ministro Foroni, nel 2006, presentò un piano per assimilare le scuole alle fondazioni, con la scusa che avrebbero goduto di un regime fiscale più favorevole per acquisti e donazioni, in realtà per trasformare le scuole in enti di natura privatistica.
Dal dossier di Latella viene a galla anche la strategia della lobby delle paritarie cattoliche: lamentarsi con il ministro di turno, benché compiacente, per apparire come vittime di un sistema illiberale e ottenere ogni volta di più. Letizia Moratti, come riporta il libro di Latella, fu contestata per scarso impegno nel compito di modificare gli articoli 33 e 34 della Costituzione, Mariastella Gelmini per non essere riuscita a favorire abbastanza i docenti delle paritarie.
Tuttavia, il Libro nero della scuola italiana colpisce soprattutto per le parole di amaro disincanto di chi sperava di fare l’insegnante e ha scoperto che in un istituto privato, benché paritario, è tutt’altra faccenda.