L’arancione vivo di giubbotto salvagente, come quello che s’ indossa per non annegare in mare, è il l’immagine guida della 56esima edizione dei festival dei popoli, la storica rassegna fiorentina di docufilm che quest’anno si svolge dal 27 al 4 dicembre, presentando più di cento opere. Un’immagine che introduce lo spettatore a una delle sezioni più interessanti dell’edizione 2015, ovvero “Alì nella città. Derive e approdi dei migranti contemporanei” : un percorso in 19 film che raccontano in modo diverso, lontano dai toni emergenziali e razzisti di tanti media italiani, storie dei migranti e rifugiati che arrivano ogni giorno in Europa. Mentre nella “Matinée Senegal” (domenica 29 novembre) sarà presentato I morti non sono morti di Malik Nejmi e Roberto Bianchi, il film dedicato alla memoria di Samb Modou e Mor Diop, i due senegalesi uccisi a colpi di pistola nel mercato di Piazza Dalmazia a Firenze il 13 dicembre 2011. Ricca anche la sezione incontri con una una tavola rotonda sul tema dell’emigrazione e un intervento del giornalista Fabrizio Gatti.
La riflessione sul presente continua con il documentario The Black Flag, (in prima italiana), un film girato direttamente sul campo, in una zona di scontri non lontana da Baghdad. Il regista Majed Neisi, che sarà a Firenze il 2 dicembre, ha filmato un gruppo di guerriglieri che combattono l’avanzata dell’Isis, sarà uno degli eventi speciali della rassegna che si svolge in vari luoghi di Firenze, al cinema Odeon, allo spazio Alfieri e all’Istituto francese. Il documentario è stato girato a Jorf al-Sakhar, a 60 km a sud di Baghdad e racconta in particolare la storia di Seyyed Ahmad, capo di un reggimento di volontari che hanno abbandonato lavoro e famiglia per combattere l’avanzata dell’Isis. Un film quasi in presa diretta con quel che accade ogni giorno in questa zona del Medio Oriente.
Omaggio anche al grande cinema al Festival dei popoli: con un inedito autoritratto di Marlon Brando in Listen to me Marlon di Stevan Riley (29 novembre), che in una folgorante battuta dice di se stesso, come attore e inguaribile bugiardo: “tutti recitiamo perché tutti mentiamo, qualcuno però viene pagato per farlo”. Il film è composto da molti inediti perché Riley ha avuto accesso al fondo della famiglia Brando potendo visionare trecento ore di girato: super8 familiari e perfino audio della segreteria telefonica. ” il fim racconta il lungo viaggio intrapreso, nonostante tutto, da questo ragazzo del Nebraska figlio di un viaggiatore di commercio, sempre assente, col vizio del bere e violento e di una donna, affettuosa e divertente, schiacciata però dall’alcolismo e dalla depressione”
Tutti i trailer dell’edizione 2015 del Festival dei popoli, la rassegna nata nel 1959 per iniziativa di un gruppo di studiosi di scienze umane, antropologi, sociologi, etnologi e mass-mediologi, l’associazione senza scopo di lucro Festival dei Popoli è impegnata da oltre cinquanta anni nella promozione e nello studio del cinema di documentazione sociale.