Ci risiamo. Oppure no? Gli Usa assistono attoniti all’ennesima strage di civili inermi – o indifferenti, vista la frequenza di questi accadimenti. O siamo di fronte a un atto di terrorismo. E’ troppo presto per dirlo, ma dai particolari che conosciamo possiamo sospettare che si tratti di un episodio che tiene insieme questi due aspetti.
Ad oggi sappiamo che Syed Rizwan Farook, 28 anni di origine pakistana, e sua moglie Tashfeen Malik, 27 ieri hanno lasciato la loro bambina di sei mesi con la nonna dicendo di avere spese da fare.
Farook aveva partecipato a un party di fine anno in un centro comunitario dove aveva lavorato fino al 2013 e dove si curano persone con disabilità. Testimonianze dicono che aveva litigato con qualcuno.
La scena successiva riguarda la sparatoria: Farook e Tashfeen Malik entrano nella sala in tenuta da combattimento e fucili a ripetizione, uccidono 14 persone, ne feriscono 17 per poi fuggire a bordo di un SUV. Comincia la caccia all’uomo e i due vengono accerchiati, ingaggiano un conflitto a fuoco con la polizia e vengono uccisi. Una terza persona – che la polizia non è in grado di dire se sia davvero coinvolta nella sparatoria – è stata fermata.
La polizia sostiene che tutti i particolari dell’attacco lasciano pensare che fosse premeditato e non una risposta all’eventuale litigio capitato alla festa.
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Testimonianze dicono che Farook avrebbe assunto atteggiamenti e aspetto marcatamente religiosi dopo il matrimonio con Tashfeen, conosciuta online anche lei di origini pakistane. I due erano stati in Arabia Saudita in vacanza. Senza sapere nulla è possibile che si sia di fronte a un incrocio tra la strage all’americana – la peggiore da Sandy Hook – e l’atto di terrorismo di un lupo solitario. Viene in mente – ma è un’analogia priva di fondamenti, fino a quando non ne sapremo di più – la strage di Fort Hood, nel 2009, quando un medico militare di origine libanese Nidal Malik Hasan, uccise 13 persone all’interno della caserma dove lavorava.
Quel che non cambia negli Usa è la disponibilità di armi da fuoco e il ripetersi di stragi: 355 solo nel 2015, 1051 sparatorie negli ultimi 1066 giorni. Anche per i presunti terroristi comprare un mitra è uno scherzo. Come nota il Daily News, infatti, una scappatoia legale permette alle persone incluse nelle no-fly list perché sospette di terrorismo riescono a comprare armi. Secondo il Government Accountability Office più di 2mila persone incluse nella lista dei terroristi dell’Fbi hanno comprato armi. Ovvero il 90% di quelli che ci hanno provato.
Tra 2013 e 2014 la percentuale sale al 94%, con 455 sospetti terroristi che hanno comprato armi e 45 a cui il permesso è stato negato. A favorire questa situazione è come al solito la NRA, la lobby delle armi, che conta potenti finanziatori e molti cittadini possessori di armi tra gli iscritti. «Sono contrari a qualsiasi regola, è un riflesso automatico» ha detto al Daily News Pete King, deputato di New York e repubblicano e tra coloro che hanno scritto la proposta di legge Denying Firearms and Explosives to Dangerous Terrorists Act (Negare armi ed esplosivo a pericolosi terroristi). Farook aveva comprato le armi legalmente, anche i fucili a ripetizione. Non era un presunto terrorista e negli Usa chiunque può comprare un’arma a ripetizione. Del resto, a Savannah, oggi, una persona ha ucciso 4 persone senza motivo apparente.