Nel numero di Left in edicola abbiamo cercato di indagare – e smontare, anche grazie all’analisi di Chiara Saraceno – le ragioni della piazza del Family day, prova di forza del fronte del no al dl Cirinnà, la legge sulle unioni civili che questa settimana arriva al voto del Senato (con le pregudiziali, per gli emendamenti bisognerà attendere un’altra settimana ancora).
Le reazione politiche, che vi racconteremo, per ora lasciano pensare che la legge possa ottenere il primo via libera dal ramo alto del parlamento. Sono infatti gli stessi organizzatori del Family day a pensare già al referendum. Più incerto è invece il destino dell’articolo con cui si introduce la stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner che secondo Adinolfi&co è una legalizzazione di fatto della maternità surrogata. Lo stesso capogruppo dem al Senato, Luigi Zanda, ha aperto a possibili modifiche. E il senatore Lumia ha detto che potrebbe esser stabilito che a decidere sarà un tribunale, caso per caso.
Vedremo.
Per il momento, sorvolando sulle polemiche sui numeri della piazza, ma registrati i toni molto critici del palco e dei manifestanti verso Matteo Renzi, vero destinatario dell’evento («Ci ricorderemo»), ecco una breve rassegna dei momenti più memorabili della manifestazione di sabato.
Contando anche bambini, ovociti primari e secondari, donne incinte e spermatozoi, in piazza abbiamo 22 miliardi di persone.#FamilyDay2016
— Dio (@lddio) 30 Gennaio 2016
Avrete sicuramente visto Massimo Gandolfini, portavoce del comitato organizzatore della manifestazione che dal palco a un certo punto ha urlato: «Dobbiamo dirlo con forza: il sesso non è il piacere sessuale. È la procreazione, la trasmissione della vita, una creatura nuova, un dono di Dio».
Allo stesso modo avrete letto della gravidanza di Giorgia Meloni.
Sono qui al Family Day in veste di esponente politico e di donna e, se Dio vorrà, la prossima volta starò qui anche in…
Pubblicato da Giorgia Meloni su Sabato 30 gennaio 2016
Forse vi siete però persi Maurizio Gasparri che invita a boicottare Ikea, colpevole di sostenere i matrimoni egualitari. Su di giri per la manifestazione Gasparri, ripreso da un cellulare, ha anche detto: «Invito tutti a non comprare niente da Ikea. Siccome ho dei fazzoletti in casa, mi ci pulisco il sedere e li rimando usati ai capi di Ikea, così forse li mangeranno». Elegantissimo.
Maurizio Gasparri, Vicepresidente del Senato della Repubblica italiana che si esprime sulla campagna di Ikea a favore delle Unioni Civili. COMPLIMENTONI
Pubblicato da I Gentlemen Di Grindr su Sabato 30 gennaio 2016
Alto è stato anche il momento in cui si è sostenuto dal palco che dietro le rivendicazioni lgbt ci sarebbero l’industria del cambio di sesso e le aziende farmaceutiche (testuale!). Bellissimo è il cartello con cui uno spaventato manifestate cerca di avvisare il premier. Attento: «Le unioni tra omosessuali faranno scivolare l’Europa nell’inferno del califfato».
L’ex presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Andrea Maccarone ha poi avuto un incontro ravvicinato con Renato Brunetta. Vale la pena vederlo. E se vi piace il genere il nostro eroe ha avvicinato anche Roberto Formigoni e Paola Binetti.
Ogni volta che mi vede Brunetta mi dice che sono ignorante. Secondo me però neanche lui sa cosa contiene il suo ddl sulle unioni civili. Ma davvero paghiamo questo per stare in Parlamento?
Pubblicato da Andrea Maccarrone su Sabato 30 gennaio 2016
E se l’intervento più politico dal palco l’ha fatto Mario Adinolfi (che si è rivolto a Renzi ricordando i bei tempi del 2007, quando condividevano la piazza contro le unioni civili, allora chiamate Dico), ai piedi del palco i volti noti erano molti. Alcuni del governo (come il ministro Galletti), i più di Area popolare, tra alfaniani e udc. C’era poi Roberto Maroni e per i forzisti, oltre a Brunetta, c’erano Toti e Gasparri. E proprio Gasparri con Quagliariello e Giovanardi (in piazza insieme al fratello gemello, medico) si è esibito in una prova di canto lirico. Notevole.