Vince Sala, come da pronostico. Ma, scelto quello che sarà il candidato del Pd alle prossime elezioni milanesi, il dato da commentare oggi è il risultato dei due sconfitti, Balzani e Majorino. Insieme, questo è il punto, i due avrebbero vinto. Ed è subito un gran parlare di personalismi.
Corro ad aiutare #majorino nell’analisi della sconfitta. Sono esperto.#primarieMilano #belloefake #pd
— Gianni Kuperlo (@GianniCuperIoPD) 7 Febbraio 2016
Giuseppe “Beppe” Sala, mr. Expo, infatti, candidato di Matteo Renzi ed ex direttore generale del sindaco Moratti, ha superato di poco il 40 per cento. E Francesca Balzani, invece, già vicesindaco e candidata forte del supporto di Pisapia, si è fermata poco sotto il 35 per cento. A una passo da Sala, azzoppata da Pierfracesco Majorino che le ha tolto (o almeno così vuole lettura più in voga) il 23 per cento: un tandem avrebbe premiato la sinistra della coalizione, e avrebbe forse recuperato anche alcuni alleati.
Ricapitolando, i candidati a Milano finora sono: Sala, Parisi, Passera.
Solo a me sembrano tutti uguali?— Stefano Zacchiroli (@zacchiro) 8 Febbraio 2016
E se ci si potrebbe chiedere se le primarie non debbano esser invece proprio il luogo dei personalismi, e se il problema non fosse invece la presenza di un supposto “corpo estraneo” come Sala (insomma: se tutti i candidati sono più o meno coerenti tra loro e con l’identità della coalizione non è un tragedia se vince quello meno di sinistra), si può anche notare che la candidatura di Balzani è nata proprio dopo un vertice al Nazareno, tra Pisapia, la stessa Balzani e Renzi, e che Majorino era già in campo. Per Renzi, avere due candidati contro Sala, era la condizione ideale.
Tutto come previsto alle #primarieMilano. Un ottimo e scientificamente studiato suicidio a #sinistra, per la gioia di Renzi
— Matteo Pucciarelli (@il_pucciarelli) 7 Febbraio 2016
Con l’esito delle primarie – sorvolando sulle polemiche riferite al voto della comunità cinese – si compone meglio il quadro delle candidature alle prossime amministrative di Milano.
Se il centrosinistra avrà dunque Sala, il centrodestra è ormai su Parisi, city manager anche lui, che ha accettato la convocazione di Berlusconi ed è dunque – la definizione è del Giornale – «un Sala di centrodestra», il ché però non vuol dire che l’altro sia proprio di sinistra. Poi c’è Corrado Passera, un terzo manager, già ministro con Monti, che è lanciatissimo e in campagna elettorale da mesi. Passera e Parisi potrebbero anche finire a fare un ticket, questo dicono le voci.
#BeppaSala, Passera, Parisi: Milano se la contenderanno i manager. Addio politica.#primarieMilano
— Edoardo Maturo (@edohermano) 8 Febbraio 2016
E a sinistra, a questo punto che si fa? Pare si possa ora ricomporre la frattura tra Possibile e Sinistra Italiana. È un magra consolazione ma è qualcosa. Pezzi di Sel infatti sono andati in ordine sparso alle primarie, un po’ su Balzani, compreso Vendola, un po’ su Majorino e persino un po’ su Sala, facendo imbestialire i civatiani che osservavano il fenomeno con questo stile: più si fanno male, meglio è.
Pubblicato da Paolo Cosseddu su Domenica 7 febbraio 2016
Dunque: potrebbe esser proprio Civati il candidato che rilancia la sinistra cittadina?