Pare sia colpa dei 5 stelle, che non hanno votato il “canguro”, la proposta con cui il Pd avrebbe voluto far saltare molti emendamenti, se la strada della legge Cirinnà sulle unioni civili è ora in salita. Dice il renziano Marcucci: «Il M5S si assume una pesantissima responsabilità e qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare». Gli fa eco Debora Serracchiani: «Il M5S tradisce il suo popolo e tutta l’Italia».
Le cose sono semplici, votavi il canguro e passava la #Cirinnà.
Tutto il resto sono panzane.
Io però non dimentico.— Tommaso Ederoclite (@ederoclite) 16 febbraio 2016
Si potrebbe però notare che sul piatto non c’erano più i 5mila emendamenti inizialmente presentati dalla Lega Nord, e che avrebbero forse giustificato un taglio radicale, ma solo 500. E che i 5 stelle poi – che hanno subito più volte gli effetti del “canguro”, a cominciare dal dibattito sulla riforma costituzionale – si sono poi storicamente opposti alla compressione del dibattito parlamentare. Non sono stati così incoerenti, dunque, anche se Renzi (dice Maria Teresa Meli sul Corriere) è al solito «furioso».
I retroscena riportano una frase di Casaleggio – comunque pronunciata da molti senatori 5 stelle – che un suo senso pare averlo: «L’abbiamo combattuto quando l’hanno usato per le riforme, saremmo incoerenti». Il senatore Airola a Repubblica dice di più: «Quando dall’altra parte c’erano 5mila emendamenti si poteva ragionare su un nostro appoggio, anche indiretto, al canguro. Ma con 500 no. Cinquecento emendamenti sono due giornate di lavori d’aula».
Catalfo (M5S) contro il rinvio del ddl su #unionicivili. "A noi sta bene la #Cirinnà, ma non potete chiederci di votare il canguro"
— Sebastiano Messina (@sebmessina1) 17 febbraio 2016
Dunque, sì, il risultato delle ultime ore di dibattito a palazzo Madama è che Roberto Formigoni si è rianimato. Ma siamo sicuri che la colpa sia dei 5 stelle? Cosa ne è della fronda interna al Pd, guidata dai senatori cattodem ma rafforzata dall’impegno di ex comunisti come Giorgio Napolitano?
Forse il ddl #Cirinnà non è morto, ma certo è gravemente malato. Il canguro invece non ce l'ha fatta. La prepotenza è stata punita
— Roberto Formigoni (@r_formigoni) 17 febbraio 2016
Insomma. Monica Cirinnà, incassato il brutto colpo del canguro e poi il rinvio della legge al 24 febbraio, è giustamente delusa. Dice «ho sbagliato a fidarmi dei 5 stelle» e «se la legge diventerà una schifezza sono pronta a togliere la firma e a lasciare la politica». Ma non è dai 5 stelle, dovrebbe riconoscere Cirinnà, che arriva la spinta più forte contro l’adozione del figlio del partner. Con lo spettro della gestazione per altri (che affronteremo nel prossimo numero di Left, in edicola da sabato, anche con un’intervista a Carlo Flamigni), sono gli alfaniani e proprio i dem a chiedere modifiche alla Cirinnà che potrebbe sì diventare «una schifezza».
Ora i #M5S e i #cattodem possono stringersi la mano #unionicivili #canguro
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) 16 febbraio 2016