Manchester – New Hampshire Si devono guardare le ultime tappe delle primarie americane, per capire il fenomeno Sanders. Ethel e Nancy sono arrivate in New Hampshire da Burlington, Vermont. Hanno 15 e 16 anni, non voteranno a novembre ma vogliono comunque far parte del movimento. «È la rivoluzione politica di cui l’America ha bisogno», spiega Ethel e quando le chiedi cos’è per lei “la rivoluzione politica” sorride, sussurra «quello che non c’è ora» e si volta a guardare Nancy. All’amica tocca chiudere il concetto e spiegare che «rivoluzione politica è essere fedeli a te stesso. Bernie diceva trent’anni fa le cose che dice ora».
È un venerdì sera, siamo a Manchester, New Hampshire, dove il Partito democratico ha organizzato una serata con Hillary Clinton e Bernie Sanders. L’incontro è fissato per le otto nella grande Verizon Arena ma la gente inizia ad ammassarsi alle porte già nel pomeriggio, quando il sole scende e riflette la luce dorata sui cumuli di neve. Ethel e Nancy si mettono in coda mentre i loro amici Frank, Sarah, Beth – «là, là» e fanno un segno con la mano – sistemano il sound system portato da casa e ballano e cercano di coinvolgere la gente che passa. «Si balla sempre tanto alle cose di Bernie», fa Nancy, «poi stasera si finisce da qualche parte sulla strada di casa, chissà», dice Ethel.
Dopo poco la gente inizia a entrare nell’arena. Dentro, i camerieri preparano i tavoli del parterre per la cena degli ospiti d’onore e sul palco il “New Hampshire Gay Men’s Chorus” prova God Bless America in una versione da paese, accompagnata da un organetto. Il partito ha spezzato l’arena in due, a sinistra i sostenitori della Clinton e a destra quelli di Sanders. I militanti entrano e sistemano i tavoli per le spille, le magliette e i gadget tutto sommato poveri, distribuiti gratis. In “zona Clinton” ci sono i gay della “Human Rights Campaign”, i funzionari del “New Hampshire Senate Democratic Caucus” e diverse sigle sindacali. Nel settore di Sanders non ci sono sigle o associazioni, piuttosto una folla di giovani che sembra lì per un concerto indie e che tra barbe, camicie a scacchi e capelli portati lunghi, ben oltre le spalle, fanno risaltare le poche giacche e gonne in tweed di coppie distinte e in avanti con gli anni.
«Perché Sanders attrae così tanti giovani?» chiediamo a un ragazzo, che dice di chiamarsi Scott e venire da Montreal. «Non penso che voglia attrarre i giovani», mi corregge. «Non mente», dice, «Bernie è Bernie e basta, e piace alla gente perché è quello che è…».
Questo articolo continua sul n. 8 di Left in edicola dal 20 febbraio