Da ieri la Giungla di Calais, il campo profughi che ospitava secondo le Ong circa 3000 persone, è sotto sgombero e demolizione. Una notte di scontri e stamane di nuovo tensione e ruspe. I suoi “ospiti” verranno trasferiti.
In questi mesi a Calais però gli abitanti con il supporto di alcune organizzazioni hanno tentato di costruire strutture (un teatro, una scuola, dei luoghi di culto) e di realizzare qualcosa che desse un senso a quel limbo, a quello stare insieme lì accampati ad aspettare. The Calais Session è un progetto che cerca di fare proprio questo, fra le persone che hanno vissuto alla Giungla infatti ci sono musicisti che insieme ad artisti venuti a visitare il campo hanno registrato la loro musica. Tutto il loro talento, le loro speranze e i loro brani sono raccolti in un album che può essere acquistato sul sito http://www.thecalaissessions.com. Qui sotto alcuni video da vedere e da ascoltare.
Oltre ai video musicali sono state anche raccolte storie e testimonianze in grado di spiegare cosa significava stare nella Giungla. Qui sotto, in una di queste testimonianze, un rifugiato racconta il suo incontro con una donna francese e cosa si sono detti quando lei gli ha confessato che, per quanto potesse capire la situazione di estrema difficoltà in cui si trovano i profughi, istintivamente provava un senso di paura nei loro confronti: