Se non ci fossero stati Marco Pannella e i Radicali chissà quando avremmo avuto la legge sul divorzio, dal momento che anche il Partito comunista italiano, moralista e in larga parte cattolico, remava contro. Fondamentale nel 1974 fu la battaglia per il divorzio che Pannella ingaggiò utilizzando lo strumento della Lid, la lega Italiana per il divorzio.
Poi sarebbe venuta la lotta per liberare le donne dalle mammane e dalla piaga degli aborti clandestini. La legge 194 non era la norma che avrebbe voluto, auspicandola più di stampo liberale, ma certamente fu merito suo e del Partito Radicale se finalmente nel 1978 l’aborto in Italia fu legalizzato. In anni più recenti fondamentale è stata la sua lotta per la libertà di ricerca, mettendo al centro della politica, i diritti dei malati. Fu lui infatti a chiedere al giovane ricercatore Luca Coscioni, già ammalato di Sla, di candidarsi nelle liste dei Radicali (di cui nel 2001 Coscioni era diventato presidente) per trasformare un dramma personale in una battaglia politica per i diritti di tutti.
Non facendone una presenza simbolica, ma organizzando riunioni con Luca tutti i giorni, stimolandolo a reagire, a non mollare, e al tempo stesso strutturando l’agenda del partito sulla base delle iniziative che Luca proponeva per aprire l’Italia alla ricerca sulle staminali embrionali e per abolire una legge anti scientifica come la Legge 40 sulla fecondazione assistita.