Davide D’Atri di Soundreef spiega cosa dice la Direttiva Barnier sul diritto d’autore
Come (e quando) verrà recepita in Italia la Direttiva europea in materia di gestione collettiva dei diritti d’autore? A questa e altre domande in tema di proprietà intellettuale hanno cercato di rispondere durante la conferenza organizzata oggi alla Luiss “Guido Carli” dall’avvocato Maria Francesca Quattrone dello Studio Legale Dike.
Libertà, trasparenza e tecnologia: queste le parole chiave per il futuro di una materia controversa come questa, soprattutto nel nostro Paese dove il monopolio del copyright è ancora gestito dalla Siae. Ma adesso sul mercato italiano si è affacciata la collective Soundreef, alla quale hanno già aderito artisti come Fedez, Gigi D’Alessio e Kento. «Esistono le condizioni per liberalizzare il mercato anche da noi», ha dichiarato Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità Antitrust: «La legge delega che dovrebbe recepire la direttiva è in Parlamento, speriamo che i lavori procedano velocemente perché l’apertura rende il mercato trasparente e crea pressione competitiva».
Il dibattito, in Italia, è aperto e si concentra in particolare sul ruolo della Siae e sulla sua reale capacità di affrontare le nuove sfide di efficienza e trasparenza richieste dal mercato. Secondo Davide D’atri, ad di Soundreef, i tempi sono maturi e ci troviamo di fronte a un «processo di liberalizzazione inarrestabile, che necessita di regole comuni».
Davide D’Atri di Soundreef spiega cosa dice la Direttiva Barnier sul diritto d’autore
La sfida è aperta, e chiama in causa anche il ministro Dario Franceschini che ancora latita nel chiarire la sua posizione. «La posizione del ministro – ha detto D’Atri ad Ansa – è sbagliata dal punto di vista legale perché non si può impedire a un soggetto straniero di operare in Italia, la direttiva europea è chiarissima. Soundreef ha ottenuto un consenso trasversale da tutti i partiti incluso il Pd, ma Franceschini è in silenzio da settimane. Tutte le posizioni sono accettabili ma in un Paese moderno e civile il confronto è necessario. Servono regole comuni per autori, editori e utilizzatori, la liberalizzazione non va lasciata al caso o all’aula di un tribunale».