In tutta Italia scatta il Firma Day. Sabato 11 e domenica 12 giugno centinaia e centinaia di banchetti per la raccolta firme dei referendum. Per la prima volta, però, si uniscono gli sforzi del comitato dei referendum sociali (contro la Buona scuola, il Jobs act e gli inceneritori) con quelli del No alla riforma costituzionale.
La campagna iovotono prevede infatti due quesiti referendari abrogativi della legge elettorale Italicum e quello per il Referendum costituzionale. Per i primi due la data di scadenza è il 2 luglio, mentre per il referendum al No alla riforma costituzionale è il 13 luglio. In tutti i casi l’obiettivo è quello di raggiungere 500mila firme in modo da assicurare il quorum. La decisione di raccogliere le firme tra i cittadini viene presa proprio per evitare che l’appuntamento di ottobre venga preso come un plebiscito, stando almeno alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi («Se vince il no, me ne vado»).
I rappresentanti del Comitato del no, invece ci tengono a entrare nel merito della riforma. E a spiegare perché la riforma Boschi-Renzi non garantisce maggiore governabilità, ma, tra Italicum – più incostituzionale del Porcellum, bocciato dalla Consulta – premio di maggioranza e listino bloccato dei nominati, porta pericolosamente all’“uomo solo al comando”. Inoltre sono in pericolo anche le autonomie locali, perché anche se la riforma del Titolo V si è rivelata un fallimento, non significa che tornare a un neocentralismo sia la panacea di tutti i mali. Il rapporto tra Stato e periferia va governato e cambiato non cancellato tout court. I rappresentanti del No fanno l’esempio dei referendum contro le trivelle voluto da alcune regioni.
Durante gli eventi in programma nel fine settimana, oltre alle “passeggiate costituzionali”, ai concerti e agli spettacoli, ci saranno quindi anche dibattiti e incontri con i costituzionalisti che spiegheranno le ragioni del no. E chi volesse informarsi ancora di più può leggere il libro La Costituzione bene comune (Ediesse) con i contributi di: Gaetano Azzariti, Felice C. Besostri, Lorenza Carlassare, Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Alfiero Grandi, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Massimo Villone, Gustavo Zagrebelsky.