A neanche 48 ore dalla sua elezione, per Chiara Appendino, sindaco NoTav, il gioco si fa duro. La mattina del 21 giugno, la polizia di Torino ha notificato 20 misure cautelari agli attivisti NoTav: 2 fermi con trasferimento in carcere, 9 arresti domiciliari e 9 obblighi di firma, tra cui quello a Nicoletta Dosio che si è subito rifiutata di rispettare. Sono ritenuti responsabili delle tensioni del 28 giugno 2015 a Chiomonte, quando agganciarono delle funi alle recinzioni del cantiere della Torino-Lione, cercando di abbatterle.
«Non è compito di un sindaco commentare l’operato della magistratura, che, com’è noto, è un organo indipendente», ha commentato la sindaca. «C’è un clima evidente di tensione dovuto alla mancanza di risposte politiche che noi speriamo di potere colmare, riportando al centro del dibattito le legittime ragioni del no all’opera».
In città l’opposizione non perde tempo a cavalcare i fatti per mettere spalle al muro Appendino: «Pretendiamo immediatamente che il sindaco prenda le distanze da questi soggetti e ci dica cosa intende fare per isolare i violenti legati al mondo antagonista», dice la Lega Nord torinese, con il capogruppo al Comune Fabrizio Ricca che poi si esalta e prosegue: «Il primo passo da fare adesso è sgomberare immediatamente tutti i centri sociali così da iniziare una vera e propria opera di pulizia in quei luoghi di illegalità che sono sempre stati difesi dalla sinistra torinese».
TAV – SCIBONA (M5S): “Indagini a senso unico, forti con i deboli e deboli con i forti”.https://t.co/lFPxhrJq4b #m5s #notav
— Marco Scibona (@loscibo) 21 giugno 2016
Dal M5S, invece, arrivano il sostegno del senatore Scibona, una denuncia non di poco conto sul metodo e un appello al pm torinese Armando Spataro: «Finito il silenzio elettorale, vediamo come chi alla Procura di Torino segue i movimenti in Valle di Susa, procede nuovamente con l’emissione di misure cautelari a danno di numerosi No Tav», ha detto il senatore a 5 stelle Scibona. «E lo ricordo per tutti, sono misure emesse prima di una sentenza, esclusivamente in via cautelare e che tra l’altro abbiamo poi visto decadere fino alle assoluzioni nei processi. In democrazia la legge è uguale per tutti, ma non alla Procura di Torino, dove i Procuratori che seguono le vicende legate al Tav sono forti con i deboli e deboli con i forti. Tracciano sentenze emettendo misure cautelari come fossero condanne. Questa non è giustizia, tanto meno amministrata in nome del popolo. Quello dei pm incaricati del fascicolo Tav è ormai un modo di fare a senso unico, volto a criminalizzare il dissenso e a lasciare impuniti invece i veri criminali. Indagini a senso unico mentre le centinaia di segnalazioni dei cittadini rimangono chiuse nei cassetti. Mi appello al procuratore capo di Torino, Armando Spataro. Prenda in mano la situazione, porti ordine tra i suoi sostituti che oggi non ricercano la Giustizia».