La tecnica del commando somiglia a quella usata spesso da Daesh: si arriva, si apre il fuoco e, solo poi, ci si fa esplodere in aria o si fanno esplodere bombe. Il 22 marzo scorso era toccato all’aeroporto di Bruxelles, ieri all’Ataturk di Istanbul. Tre persone armate di kalashnikov sono entrate nel terminal, hanno aperto il fuoco e fatto esplodere bombe o si sono fatti esplodere – in un video si vede un attentatore colpito rimanere a terra qualche secondo e poi farsi esplodere. Risultato, 36 morti e 147 feriti. L’ennesima strage per una Turchia che da mesi è attraversata da crisi interne e regionali che portano la morte nelle città del Paese. Attentati curdi e dell’Isis e poi chissà che ruolo degli apparati di sicurezza, che in Kurdistan curdo hanno compiuto efferatezze e rappresaglie anche contro la popolazione civile accusata di sostenere i ribelli del Pkk.
Il momento dell’esplosione (attenzione, le immagini potrebbero urtare la vostra sensibilità)
Atatürk Havalimanı’nda çekilen görüntülerde canlı bomba saldırısı öncesi insanların ters yöne koştuğu görülüyor. pic.twitter.com/PqPMWvPNre
— 140journos (@140journos) 29 giugno 2016
Il caos dei momenti successivi in un filmato AP
L’attacco all’aeroporto è il terzo attentato suicida dell’anno nella città vetrina del Paese e provocherà un danno incalcolabile all’economia. Non solo cresce l’instabilità e aumenta la tensione interna, ma colpisce in maniera mortale il turismo, che pesa per quasi il 5% del Pil.
A maggio il numero di arrivi è diminuito del 34,7% rispetto all’anno scorso. E’ il più grande calo in 22 anni, causato dalla tensione interna e dai pessimi rapporti con la Russia – frutto avelenato della tensione attorno alla Siria e all’abbattimento dell’aereo civile di Mosca. L’attentato di ieri è un colpo alla stagione turistica.
La reazione del presidente Erdogan è ovviamente furiosa: «Quelle bombe sarebbero potute esploder in qualsiasi areoporto, questo deve essere un momento di svolta nella guerra al terrorismo», ha detto. Tutti i capi di Stato, dagli Usa all’Europa hanno solidarizzato con la Turchia. Tre giorni fa il governo di Ankara e quello israeliano avevano siglato un accordo che riporta le relazioni tra i due Paesi verso la normalità – dopo la vicenda della Mavi Marmara e della Freedom flotilla. L’attentato non va messo in relazione con il nuovo corso diplomatico, ma l’Isis, se e quando rivendicerà l’attentato, potrebbe fare riferimento alla questione per propaganda.