Nasce il Barrito dei piccoli, il giornale dei bambini di Scampia, grazie a un progetto a cui partecipano personalità come Alessandro Mendini, mago del design, che ha immaginato anche la nascita di un nuovo museo dei bambini a Napoli di cui qui anticipiamo alcuni disegni originali.
L’idea di questo giornale nasce dal Mammut di Scampia, il centro territoriale che dal 2006 opera nel campo della ricerca e della pedagogia. E la rivista che ha visto la luce a fine giugno con il titolo il Barrito dei Piccoli è, di fatto, il primo giornale della città per bambini, fatto dai bambini. A sostenerli in questa avventura ci sono il coordinatore del centro Mammut Giovanni Zoppoli che all’infanzia – anche intesa in senso lato come possibilità, scoperta, spinta al cambiamento individuale e collettivo – ha dedicato molti anni di lavoro e poi Mario Punzo direttore della Scuola italiana di Comix e decani del giornalismo come Titta Fiore responsabile delle pagine di cultura de Il Mattino che ha messo a disposizione le proprie competenze, mentre il fumettista Luca Dalisi partecipa concretamente alla realizzazione del Barrito dei piccoli con le sue tavole colorate. Sono nate così 38 pagine fantasiose, stimolanti, scandite da una serie di rubriche, dette le “tane”, affidate ai bambini giornalisti: fra queste spiccano la tana della cronaca, la tana del racconto scientifico e quella del racconto immaginario. In quest spazi i bambini raccontano pensieri, piccole e grandi paure e sogni, trovando un rifugio sicuro.
«Per noi il Barrito dei piccoli racchiude il senso di tutte giornate ricchissime passate in questi ultimi due anni tra classi delle elementari di Scampia e area nord di Napoli (diventate redazione stabile e centrale del Barrito) e di altri quartieri/città/nazioni da Modena, a Genova, toccando addirittura le Isole Fiji», racconta Zoppoli
«In queste 38 pagine c’è solo una piccolissima parte degli animali mai incontrati e altrimenti inincontrabili partoriti dai bambini in questi mesi», annota nell’editoriale. «E ci sono un bel po’ di cose di noi grandi, come la campagna per riappropriarsi dei cortili di scuola, le opere di Tatafiore, Mendini, Dalisi (Luca e Riccardo) e molto altro» Obiettivo centrato? « Una cosa penso che siamo riusciti a farla: mantenere fede al compito che ci eravamo dati di parlare direttamente ai bambini da 6 a 10 anni, al di là della classe sociale di appartenenza e senza mai spacciare per disegno di bambino quello che era di adulto e viceversa. Siamo stati attenti a non fare il solito giornale per bambini che piace solo agli adulti, cercando di accorciare questa distanza (quella tra grande e piccolo) puntando sul dubbio “sarà di una bambino o di una adulto”, e soprattutto sulle priorità date a bellezza e interesse per contenuti e immagini». Inoltre, come sempre «abbiamo cercato di non venderci mai il territorio, la Scampia cinematografica, né abbiamo fatto leva sul sarcasmo piccolo borghese che ridacchia sulle storpiature dialettali, puntando invece sempre sulla meraviglia di un quartiere ricco e povero come ogni altro luogo della terra, marginalità trasformata in nuova centralità». Ma soprattutto, prosegue Giovanni Zoppoli, «abbiamo cercato di rimanere fedeli all’idea che vuole i bambini cittadini ora, e non domani, di un mondo che se visto con i loro occhi potrebbe davvero cambiare. Ci siamo resi conti che per questa fascia d’età (6-10 anni) c’è davvero un vuoto senza uguali, forse perché è un’età nella quale non è così facile essere presi per i fondelli dal Mercato, ma nemmeno si è diventati tanto di gomma da rimanere indifferenti a certi richiami. Un vuoto che forse risale ai tempi del Corriere dei Piccoli, almeno dal giro d’inchiesta che ci siamo fatti prima di partire con questo primo esperimento così ci è sembrato (e sappiamo bene che questo vuoto siamo ben lontani dall’averlo colmato con il nostro piccolo gioco). ma intanto festeggiamo il nuovo barrito emesso dal nostro mammut, e continuiamo ad immaginare nuove strade».