Ha proprio ragione Flavio Briatore: il problema dell’Italia dev’essere che non c’è abbastanza lusso. Non si spiega, altrimenti, come possa accadere che le sue parole sugli alberghetti pugliesi e sulla necessità di hotel stellati costruiti sulla spiaggia abbiano tanto spazio sui media. Persino più di Abd Elsalam Ahmed Eldanf, l’operaio della logistica che nelle stesse ore veniva messo sotto e ucciso da un altro operaio, un camionista di cui non si sa molto ma che certo non se la passava meglio della sua vittima.
È il lusso il problema, già, bravo Briatore, ha colto nel segno. Da buon coach ci offre il consiglio giusto. E non è un caso che prima di lui, negli Usa, il boss di The Apprentice sia stato Donald Trump. Stessa scuola.
Così noi – noi giornalisti intendo – da buoni apprendisti apriamo il dibattito sul lusso e, già il giorno dopo, ci dimentichiamo che un operaio è morto. Un tempo il cinico direttore avrebbe cavalcato la notizia “approfittando” della contemporanea morte di altri tre lavoratori: un dipendente dell’Atac a Roma, un operaio dell’Ilva a Taranto e una persona impiegata in un agriturismo a Trieste. «Una ferita per l’Italia», ha detto pure il Presidente Mattarella. Troppo cheap, l’austero Sergio. Pensate se avesse detto “abbattiamo l’Ilva e facciamoci un resort esclusivo”. Allora sì che c’era la notizia.
I 562 morti sul lavoro da gennaio a luglio 2016 sono dunque soltanto l’effetto collaterale di un Paese che, sì, si prende il lusso di dimenticarsi degli ultimi, ma non punta ancora abbastanza sui “primi”: i miliardari russi, gli sceicchi sauditi, i petroldollari e altre mirabilanti ricchezze sono pronte a invaderci e noi, “personaggetti” capaci solo di “alberghetti”, ce le lasciamo sfuggire. Certo, abbiamo altro a cui pensare noi – noi cittadini consumatori intendo stavolta. Dobbiamo garantirci i nostri piccoli lussi, fare la fila davanti agli store per l’ultimo modello di smartphone, lavorare a più non posso per comprare. “Armi di distrazione di massa”, di cui il potere approfitta per alimentare il lusso dei Briatore, alla faccia degli ultimi ma anche alla faccia degli imprenditori seri che hanno a cuore i destini del Paese tutto e non soltanto dei super-ricchi.
Allora anche noi di Left ci prendiamo il nostro piccolo lusso: sul numero che trovate oggi in edicola non ci sono resort e alberghi sulla spiaggia ma storie di vita e di morte. Di operai uccisi come Abd Elsalam e di lavoratori messi gli uni contro gli altri da un sistema economico e politico che trae vantaggio dalla guerra tra dimenticati. Vi raccontiamo di lavoratori che vengono discriminati se si organizzano per reagire e però, nonostante tutto, riprendono coscienza di essere magari non “di classe” ma sicuramente “classe”. Tornano a protestare non soltanto per se stessi ma per garantire le libertà di tutti noi. E a volte – pensa un po’ Briatore – si prendono anche il lusso di morire.
Continua su Left in edicola dal 24 settembre