“Inchiesta Romeo, dossier contro sindaco de Magistris”. Ieri sera, intorno alle 20, il flash dell’Ansa: «Un ex dirigente del Comune di Napoli, Giovanni Annunziata, intendeva raccogliere documentazione “compromettente” per danneggiare il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, alla vigilia delle ultime elezioni amministrative». È l’ultimo colpo di scena dell’inchiesta sui rapporti fra il gruppo Romeo e le pubbliche amministrazioni, condotta dai pm Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e Celeste Carrano, coordinati dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice: soggiorni in alberghi di lusso a pubblici funzionari in cambio di pareri e autorizzazioni favorevoli.
L’inchiesta per concorso in corruzione riguarda una funzionaria della Sovrintendenza archeologica di Roma e due funzionari del Comune di Napoli che avrebbero favorito l’impresa Romeo Gestioni. Adesso, un testimone interrogato, Carlo Vadorini, dice ai giudici che l’ex dirigente comunale del Servizio patrimonio Annunziata, oggi indagato e ancora alle dipendenze del Comune, alla vigilia delle elezioni raccoglieva presso gli uffici documenti “compromettenti” per danneggiare de Magistris nell’interesse di una parte politica avversa. Ma omette di specificare quale sia la parte avversa.
Questa mattina, il sindaco di Napoli si è presentato davanti ai giornalisti. La voce è provata, ma decisa: «Non conosco nulla di questa vicenda, l’ho appreso ieri dall’Ansa, come voi. Ma ho fatto a lungo il magistrato e oggi faccio il sindaco, e un’idea me la sono fatta». Che idea si è fatto il sindaco de Magistris? «Da quando siamo entrati a Palazzo San Giacomo abbiamo scardinato un sistema, tra questi c’era la vicenda Romeo, non c’è dubbio. Tante volte abbiamo detto che intervenire su quella vicenda, internalizzare la gestione del patrimonio è stato rompere un grumo che portò anche a vicende giudiziarie molto complesse, dove al di là dell’esito penale, si comprendeva la capacità tentacolare di Romeo di arrivare ovunque. Quindi quello che leggo non mi meraviglia, così come ho sempre detto che in questi anni da sindaco, ma anche quando facevo il magistrato, hanno fatto, stanno facendo e faranno di tutto per farmi fuori da un punto di vista istituzionale. Questo l’ho sempre pensato, non lo dico ora. Ma per ora rimango cauto perché mi affido all’autonomia, alla professionalità e alla competenza della magistratura napoletana».
Anche sui suoi avversari politici, de Magistris decide di affidarsi alla magistratura.
«I miei avversari politici non sono pochi, e non è una novità che qui abbiamo visto una campagna elettorale in cui hanno fatto di tutto per screditare, colpire, diffamare: Non mi meraviglia, ma se così fosse non sarebbe che la punta di un iceberg». E adesso? «Si tratta di comprendere cosa è accaduto», rispode il sindaco. «Anche perché parliamo di persone che hanno lavorato e lavorano all’interno del Comune di Napoli, e che invece di lavorare costruiscono dossier contro il sindaco eletto dal popolo… non è proprio una bella notizia e non è una cosa da sottovalutare».
Prenderà provvedimenti nei confronti di queste persone? «Vediamo, tempo fa a questa domanda risposi che quando c’è un’indagine, ferma restando l’assoluta presunzione di non colpevolezza, non è opportuno che le persone coinvolte si continuino a occupare di quelle vicende. Quando abbiamo affrontato la vicenda Romeo è stata una cosa enorme, perché la capacità di interrelazioni, correlazioni e interessenze che si son verificate sono state incredibili; è stata una vera e propria battaglia, chiamiamola così. Istituzionale, democratica e politica. I collegamenti e le alleanze che quell’imprenditore ha costruito negli anni nella nostra città sono davvero tante. E non si pensi solo alla politica, sia ben chiaro».