La lettera d’addio di Pepe Mujica a Fidel Castro è diventata “un caso”. La carta de despedida, che ha fatto il giro del mondo in un battibaleno, è stata pubblicata da molti e autorevoli organi di stampa latinoamericani. E per questo, a Left, l’avevamo ripresa e pubblicata. Ci eravamo sbagliati.
Poche ore dopo, infatti, la smentita. Left, in collaborazione con il quotidiano brasiliano Opera Mundi, ha contattato la segreteria del senatore, ricevendo in risposta la nota diramata dall’uruguaiano Movimiento de Participación Popular: «Vogliamo denunciare la nostra preoccupazione per l’uso indebito, sotto l’anonimato dei social network, del nome dell’ex presidente della Repubblica José Mujica. In innumervoli occasioni si utilizza il suo nome per realizzare una serie di valutazioni che sono estranee al suo pensiero e che come organizzazione non condividiamo. Il senatore José Mujica smentisce di essere l’autore della lettera che nelle ultime ore è circolata in rete, che fa riferimento a un messaggio pubblico diretto alla recente scomparsa del leader della Rivoluzione cubana Fidel Castro. Ricordiamo inoltre che l’ex presidente Mujica non possiede canali social e che la sua comunicazione ufficiali vengono pubblicate sulla pagina web pepemujica.uy».
Ci scusiamo, noi, con i lettori per l’errore: spesso critichiamo i siti che pubblicano notizie false. In questo caso, avendo trovato la lettera anche su siti importanti (ad esempio Pagina12 argentina, che ora ha, come noi, ha eliminato l’articolo che parlava della lettera), ci eravamo fidati.
Il giudizio di Mujica è affidato a questa breve intervista Tv (la trovare cliccando sul post), che in effetti è meno iperbolico della lettera che avevamo pubblicato e, come spesso accade all’ex presidente uruguayano, riflessivo, anche quando commemora una figura che ha certamente ammirato e a cui si sentiva vicino.
In sintesi Mujica dice:
Come qualsiasi personaggio grande che ha occupato un periodo di storia lungo avrà detrattori e innamorati di lui. Mi pare di poter dire che ha vissuto come pensava e per ciò che pensava. E ha messo tutta la sua forza
Ma come qualsiasi grande uomo è figlio delle contraddizioni del suo tempo. Quel che occorre fare, quando si giudica una figura così è non guardare alla foto, ma al film della storia. Ricordare la situazione degli anni 60, le contraddizioni e le difficoltà di allora. Voglio dire una cosa, c’è in Fidel, e con lui in una parte del popolo cubano, una statura da Don Quijote perché gli è toccato vivere un lungo periodo della sua storia sfidando la prima potenza mondiale. Non è cosa semplice avere il coraggio, la decisione e la capacità di resistenza in questa epoca.