In questa settimana si è intensificato lo scontro tra i due candidati finalisti delle primarie del Partito socialista, Benoît Hamon e Manuel Valls. Ieri sera, in diretta televisiva, si è svolto l’ultimo dibattito pubblico fra i due leader, in attesa del secondo turno di domenica prossima. Numerosi i temi al centro del confronto: dal lavoro, al welfare, passando per l’ecologia , i diritti civili e la sicurezza. E la distanza fra i due socialisti è apparsa netta, sia sul piano programmatico, che attitudinale. Se Valls ha spesso ricordato che, al di là delle promesse, sarà necessario assumersi una «responsabilità di governo», Hammon ha puntato sui sogni della sinistra e la «voglia di ripartire». Nello specifico, sul lavoro, Valls ha proposto più investimenti per la formazione professionale e una «defiscalizzazione degli straordinari». Una misura, questa ultima, che Hamon vede con sospetto, soprattutto se l’obiettivo rimane quello di far crescere l’occupazione: «La defiscalizzazione delle ore di lavoro supplementari non incentiva le nuove assunzioni». Duro lo scontro sulla così detta “loi travail” (la riforma del mercato del lavoro approvata dal governo Hollande, ndr.). Hamon ha accusato l’ex Primo ministro di aver utilizzato la procedura legislativa disciplinata dal noto articolo 49.3 della Costituzione francese, il quale prevede, per casi del tutto eccezionali, l’assenza di dibattito parlamentare. Hamon ha assicurato che avrebbe votato contro la riforma se il Parlamento fosse stato coinvolto. E se è vero che, soprattutto in politica, i “se ed i ma” valgono ben poco, la risposta di Valls è stata spuntata: «Quando si governa, alle volte si deve essere capaci di arrivare fino fondo». Sul Welfare, Hamon non ha dubbi: «Il reddito universale di cittadinanza può diventare un nuovo pilastro delle politiche sociali». Ma secondo Valls, lo strumento rappresenterebbe un messaggio di «abdicazione» e di «scoraggiamento» rispetto alla capacità delle persone e della politica di migliorare il funzionamento di un’economia sociale di mercato. Inoltre, Valls ha chiaramente ribadito che il programma di Hamon è «insostenibile» da un punto di vista finanziario. Infine, i due leader socialisti hanno fatto le carezze ai due candidati progressisti indipendenti e concorrenti, Emmanuel Macron e Jean-Luc Mélenchon. Se Valls ha detto di sentirsi più vicino al primo, Hamon ha fatto intendere di non gradire l’ambiguità di Macron e ha invece strizzato l’occhiolino al candidato radicale: «Oggi la sinistra riparte da coloro che si “dicono di sinistra”».

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In questa settimana si è intensificato lo scontro tra i due candidati finalisti delle primarie del Partito socialista, Benoît Hamon e Manuel Valls. Ieri sera, in diretta televisiva, si è svolto l’ultimo dibattito pubblico fra i due leader, in attesa del secondo turno di domenica prossima.

Numerosi i temi al centro del confronto: dal lavoro, al welfare, passando per l’ecologia , i diritti civili e la sicurezza. E la distanza fra i due socialisti è apparsa netta, sia sul piano programmatico, che attitudinale. Se Valls ha spesso ricordato che, al di là delle promesse, sarà necessario assumersi una «responsabilità di governo», Hammon ha puntato sui sogni della sinistra e la «voglia di ripartire».

Nello specifico, sul lavoro, Valls ha proposto più investimenti per la formazione professionale e una «defiscalizzazione degli straordinari». Una misura, questa ultima, che Hamon vede con sospetto, soprattutto se l’obiettivo rimane quello di far crescere l’occupazione: «La defiscalizzazione delle ore di lavoro supplementari non incentiva le nuove assunzioni».

Duro lo scontro sulla così detta “loi travail” (la riforma del mercato del lavoro approvata dal governo Hollande, ndr.). Hamon ha accusato l’ex Primo ministro di aver utilizzato la procedura legislativa disciplinata dal noto articolo 49.3 della Costituzione francese, il quale prevede, per casi del tutto eccezionali, l’assenza di dibattito parlamentare. Hamon ha assicurato che avrebbe votato contro la riforma se il Parlamento fosse stato coinvolto. E se è vero che, soprattutto in politica, i “se ed i ma” valgono ben poco, la risposta di Valls è stata spuntata: «Quando si governa, alle volte si deve essere capaci di arrivare fino fondo».

Sul Welfare, Hamon non ha dubbi: «Il reddito universale di cittadinanza può diventare un nuovo pilastro delle politiche sociali». Ma secondo Valls, lo strumento rappresenterebbe un messaggio di «abdicazione» e di «scoraggiamento» rispetto alla capacità delle persone e della politica di migliorare il funzionamento di un’economia sociale di mercato. Inoltre, Valls ha chiaramente ribadito che il programma di Hamon è «insostenibile» da un punto di vista finanziario.

Infine, i due leader socialisti hanno fatto le carezze ai due candidati progressisti indipendenti e concorrenti, Emmanuel Macron e Jean-Luc Mélenchon. Se Valls ha detto di sentirsi più vicino al primo, Hamon ha fatto intendere di non gradire l’ambiguità di Macron e ha invece strizzato l’occhiolino al candidato radicale: «Oggi la sinistra riparte da coloro che si “dicono di sinistra”».

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