Fabiano, Dj Fabo, è stato costretto ad andare in Svizzera per ottenere il suicidio assistito, dopo che un incidente l’ha obbligato a letto, cieco, tetraplegico, e perennemente assistito dai familiari. In Italia è divampato un dibattito in cui i termini di eutanasia, suicidio assistito e biotestamento vengono spesso usati in maniera intercambiabile. Che differenza c’è? Qual è il quadro normativo in Europa e nel mondo? Ecco uno scenario sintentico:
Eutanasia è porre fine alla vita di un paziente, consenziente, che ne ha fatto richiesta, per il quale non si attestano possibilità di guarigione o di condurre una vita in modo dignitoso, secondo il suo personale intendimento. Attualmente in Italia l’eutanasia costituisce reato e rientra nelle ipotesi previste e punite dall’articolo 579 (Omicidio del consenziente) o dall’articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale. Al contrario, la sospensione delle cure – intesa come eutanasia passiva – costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione in base al quale: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Grazie alla campagna “Eutanasia Legale” promossa dall’associazione Luca Coscioni, il 3 marzo 2016, per la prima volta nella storia del Parlamento italiano è iniziato il dibattito sull’ eutanasia. Ma è fermo da allora nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali della Camera, bloccato dopo una sola seduta. Nell’ordinamento italiano l’eutanasia e il suicidio assistito sono atti entrambi punibili dagli articoli 575, 579, 580 e 593 del codice penale. Nel mondo: l’eutanasia è permessa per uno stato di “costante ed insopportabile sofferenza fisica e psichica del paziente”, in Belgio, Lussemburgo, Olanda, e in Oregon, negli Stati Uniti. In Cina, dal 1998, gli ospedali sono autorizzati dalla legge a praticare l’eutanasia ai malati terminali. E qui si apre una questione importante: la situazione di un malato terminale è completamente diversa da quella di una persona affetta da depressione che invece va curata con interventi psicoterapeutici adeguati.
Eustanasia passiva: si tratta di interruzione di terapie ormai inutili e di farmaci, avviene come sedazione profonda con antidolorifici potenti che agiscono sul cuore. Per esempio la morfina che accelera la morte. Nel mondo: Negli Stati Uniti, la Corte suprema ritiene legittima l’eutanasia passiva e il governo federale ha autorizzato i singoli stati a regolamentare questa materia. In Canada, l’eutanasia è vietata ma, in alcune province, è tollerata la forma passiva. In Finlandia, in Ungheria e in Norvegia l’eutanasia passiva è legale, a condizione che l’interessato presenti un’apposita istanza. In Portogallo si possono autorizzare atti per l’interruzione dei trattamenti terapeutici. In Svezia e in Germania l’eutanasia attiva è vietata, ma è accettato il suicidio assistito.
Suicidio assistito: Avviene con un aiuto medico ma senza intervenire nella somministrazione delle sostanze, che la persona assume da sé. Si tratta di sostanze che portano ad addormentarsi e rapidamente a morire. In questi casi per esempio, la morfina causa, come effetto secondario, la diminuzione dei tempi di vita. In Italia oltre al coraggioso lavoro di Marco Cappato e della Associazione Luca Cosciooni, c’è anche quello di Exit Italia che ha base a Torino e conta 3.800 iscritti in Italia. Riceve in media 40 email di richiesta a settimana Nel mondo: In Svizzera, è tollerato il suicidio assistito. In Francia la legge relativa ai diritti dei malati terminali riconosce loro la possibilità di richiedere una “degna morte”: sono praticabili le cure palliative e l’eutanasia passiva.
Testamento biologico (o direttive anticipate, volontà previe di trattamento), è l’espressione della volontà da parte di una persona in pieno possesso delle sue facoltà mentali, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte. In Italia, come è noto non c’è ancora una legge. Nel mondo: Quasi tutti i Paesi europei hanno una legge sul fine vita. In Inghilterra e Galles per esempio una persona può fare una dichiarazione anticipata di trattamento o nominare un curatore in base al Mental Capacity Act del 2005. Il Bundestag tedesco ha approvato il 18 giugno 2009 una legge sul testamento biologico. Negli Usa la maggior parte degli stati riconoscono le volontà anticipate o la designazione di un curatore sanitario.