Ma chi l’ha scritta quella legge buonista che fa tanto incazzare Salvini ormai in tour permanente a fare il pieno dal benzinaio che spara, a cenare dal ristoratore che spara e a innamorarsi di chiunque a cui per sbaglio parta un colpo sfortunatamente mirato alla perfezione? Loro. Lega Nord, Forza Italia, Udc e Alleanza Nazionale.
Era il 20 dicembre del 2002 e questi presunti “sceriffi” da cortile brogliavano una proposta di legge dal titolo “Modifica all’ articolo 52 del codice penale in materia di diritto all’ autotutela in un privato domicilio”, abbreviato in un marchettara “autodifesa” per renderla più golosa. In calce a quella proposta (che divenne legge il 13 febbraio del 2006) spiccano le firme di Calderoli, Brignone, Peruzzotti e Tirelli, tutti senatori del Gruppo Lega Padana (erano ancora i tempi in cui gli stranieri erano i terroni, prima di diventare filonapoletani per un pugno di voti e qualche schizzo in più di notorietà) e la Lega, udite udite, stava al Governo dove Salvini chiede di tornare per “risolvere i problemi di sicurezza in Italia”.
Le promesse vane del resto funzionano solo con la marmaglia senza memoria e con il culto della superficialità. La vicenda di Lodi intanto comincia a sbrodolare qualche bugia di troppo: secondo il Procuratore “la dinamica non è così chiara come sembra, ci sono delle cose che non tornano” e un testimone dichiara di avere sentito due colpi distinti (la famosa raffica partita per sbaglio, evidentemente) e “la versione di Mario Cattaneo non collima – dice sempre il Procuratore – con quella del figlio”.
Perché? Perché il vero dramma non è tanto l’episodio (e pare che anche la famiglia del Cattaneo ne sia ovviamente e per fortuna molto scossa) ma questo cavalcare avvoltoio di chi tromboneggia nella propaganda e poi si sbriciola alla prova dei fatti e della storia.
E sparare con chi spara è un’illegittima difesa patetica, pericolosa e confusa.
Buon martedì.