Il segretario di Rifondazione comunista, candidato per la lista Pace Terra Dignità, spiega come l'Europa debba agire per fermare la deriva bellicista che avrebbe conseguenze disastrose. Da ogni punto di vista

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Sinistra europea, è fra i promotori, per le elezioni europee, della lista Pace Terra Dignità, ideata da Michele Santoro e Raniero La Valle, candidato nella circoscrizione Sud. in questo mese di campagna elettorale ha girato molto il Paese. La prima domanda che viene da farle è: come mai il suo partito ha deciso di essere parte molto attiva di questa lista?
«È stata la scelta più naturale. Noi dall’inizio della guerra abbiamo proposto che si costruisse una coalizione pacifista. L’appello di Michele e Raniero era in profonda sintonia con quanto abbiamo sempre sostenuto. La lotta contro la guerra è la nostra storia e soprattutto è l’imperativo del momento».

Maurizio Acerbo (dalla sua pagina fb)

La ragione predominante per cui si è composta questa lista è il rischio che la “guerra mondiale a pezzi”, si trasformi in un conflitto generalizzato. Che scenari intravede e quali elementi potrebbero contribuire a mutare un quadro così cupo?

È evidente che siamo sempre più vicini allo scontro diretto tra Nato e Russia. L’Europa dovrebbe agire per fermare la catastrofe e invece prosegue la deriva bellicista con conseguenze disastrose. Lo spot di Ursula von der Leyen mette paura. Solo i popoli possono fermare classi dirigenti irresponsabili, ma il partito della guerra in Europa è talmente largo e trasversale, dell’estrema destra ai “verdi”, e la propaganda così pervasiva che non riesce a emergere un forte movimento pacifista.

Per quali ragioni, a suo avviso, non è stato possibile far sì che le forze a sinistra che sono contrarie all’escalation bellica, non sono riuscite a realizzare, almeno per questa scadenza un progetto comune?

I vertici di Alleanza Verdi e Sinistra sono stati contrari sin dall’inizio. L’unico argomento è stato che loro hanno già costruito uno spazio politico e chi voleva poteva candidarsi con loro. Si è persa l’occasione per un’unità che non fosse una sommatoria ma una proposta forte rivolta alla maggioranza delle italiane e degli italiani. È evidente che è prevalsa la difesa del monopolio della rappresentanza parlamentare a sinistra del Pd con cui però non bisogna scontrarsi sulla guerra. Mi sembra che abbiano scelto la rendita invece della lotta. Avs non voleva fare una campagna concentrata su un tema che divide dal Pd. D’altronde hanno rifiutato di fare coalizione pacifista anche alle politiche preferendo una coalizione con il guerrafondaio Enrico Letta. Pesano anche le posizioni guerrafondaie dei verdi europei. Sul versante opposto c’è chi come Potere al popolo ha fatto muro dentro Unione popolare, che era nata proprio per aggregare e unire il fronte pacifista. Evidentemente a sinistra non si ritiene che la guerra rappresenti davvero uno spartiacque che richiederebbe unità e determinazione. Prevale la logica dell’orticello, istituzionale o antagonista.

Durante il suo lungo tour, che tipo di atmosfera ha avvertito fra le persone incontrate? Si avverte e in quali settori il rischio derivante dai danni che verrebbero causati dagli scenari evocati da Stoltenberg, da Biden, Macron e da tanti altri capi di Stato?

La nostra è stata una grande campagna contro la guerra, la più grande campagna pacifista da tanto tempo. Mi sembra che ci sia un sentimento popolare contrario alla guerra e ai nostri incontri persone consapevoli della gravità della situazione. Però ho la sensazione che la maggior parte della popolazione non abbia la percezione del pericolo e delle conseguenze che già sta provocando la guerra. Inoltre proprio l’elettorato di sinistra e centrosinistra rimane obnubilato dal bipolarismo. La guerra è in secondo piano rispetto alle schermaglie con Meloni. Lo considero un grave errore. Non vede la connessione tra sdoganamento estrema destra in Europa e guerra. Intanto il Pd vota con il governo per l’invio di armi e si astiene sul Patto di stabilità che impone tagli draconiani alla spesa sociale e l’aumento spese militari. L’Italia antifascista dovrebbe ritrovarsi sul ripudio della guerra della nostra Costituzione.

La seconda parola scelta, nella denominazione della lista è “Terra”, lei e il suo partito come la intendono? Reale difesa dell’ambiente? Necessità di modificare radicalmente il modello di sviluppo, se così vogliamo ancora chiamarlo, per indirizzarlo verso una svolta ecologica capace di coinvolgere l’intero pianeta?

È evidente che guerra, cambiamento climatico e più in generale crisi ecologica sono catastrofi prodotte da un capitalismo sempre più finanziarizzato che dopo decenni di neoliberismo genera contraddizioni sempre più distruttive. L’Europa sta accantonando la transizione ecologica e la destra cavalca il negazionismo nell’interesse dei settori del capitalismo legati alle fonti fossili. Questo progetto ha successo perché se non metti in discussione il neoliberismo le persone tendono ad avere paura dei cambiamenti che le penalizzano. C’è bisogno di una politica climatica del 99% per dare all’ecologia una base popolare. Altrimenti succede come per le proteste degli agricoltori. Se non si mettono in discussione i meccanismi che li rendono poveri sul mercato la loro protesta viene indirizzata contro il divieto dei pesticidi.

La terza, “Dignità” è ad avviso di chi scrive, quella su cui gran parte delle forze politiche hanno mentito durante questa campagna elettorale. Mentre promettevano miglioramenti nelle condizioni di vita per le classi più disagiate, maggiori servizi, una adeguata sanità pubblica, di fatto, approvando il patto di stabilità, consegnavano il futuro ad un Europa in cui si deve spendere per le armi e si deve contrarre la spesa sociale. Quali sono le misure alternative che Ptd intende portare avanti in Europa?

L’economia di guerra sarà la tomba del modello sociale che dal Trattato di Maastricht in poi è bersaglio dell’UE. Ptd ha un programma sociale e economico assai radicale e al tempo stesso di buon senso che coincide con le proposte dei movimenti sociali e della sinistra europea che si è opposta alla distruzione dello stato sociale e dei diritti delle classi lavoratrici. Certo, quelli che votano per la guerra sono gli stessi che hanno votato per tagliare sanità e welfare. E con la guerra e il patto di stabilità si suona il de profundis del modello sociale europeo. Noi proponiamo una piattaforma sociale che è alternativa all’agenda condivisa da destre e governance europea. Bisogna cestinare Patto di stabilità e trattati, la Bce deve finanziare un intervento pubblico e welfare non le banche, bisogna cancellare i 2500 miliardi di debito degli Stati. Invece di fare l’esercito europeo bisogna ricostruire l’Europa sociale e restituire diritti: salario minimo, scala mobile, riduzione a 32 ore dell’orario di lavoro, fine della precarietà, reddito di base, piani per i lavori di cura e la riconversione ecologica, la ricerca, l’istruzione, la cultura.

Nonostante gli spazi che ha avuto, anche per la sua storia, Michele Santoro, sembra che i media mainstream mettano in continuazione la sordina alla lista presentata. Si vuole far passare, attraverso sondaggi poco affidabili quanto attraverso una scarsa volontà di portare il tema della guerra come centrale, questa lista come inutile. Cosa ne pensa?

Di voti utili sono lastricate le vie dell’inferno. Grazie al voto utile siamo l’unico Paese in Europa dove i salari sono diminuiti negli ultimi 30 anni, una legge elettorale che ha consegnato il governo alla destra, portando i neofascisti a divenire il primo partito, la sanità al collasso, l’autonomia differenziata e l’Italia in guerra. Ora dobbiamo fare un referendum con la Cgil per abolire le leggi come il jobs act che sono state approvate grazie al voto utile. In Italia c’è un regime informativo che marginalizza le voci critiche al di fuori dei poli. Va ringraziato Michele Santoro per aver messo la sua visibilità mediatica al servizio della pace. La presenza di Michele in alcuni talk ha bucato e imposto con efficacia una narrazione diversa da quella dominante. Però va denunciato che siamo stati cancellati da Tg e gr che sono la principale fonte di informazione per milioni di italiani e che c’è stato un forte impegno dei media guerrafondai e filoisraeliani nell’oscurarci dopo averci inizialmente denigrato. Repubblica di Molinari è stata indecente. C’è stato un uso manipolatorio dei sondaggi che solo Report ha evidenziato. Nonostante l’oscuramento abbiamo comunque imposto il tema della guerra nella campagna elettorale. Sono diventati tutti per la pace, ovviamente a chiacchiere. Persino Crosetto.

In conclusione, ci prova a fornire ad elettrici ed elettori, una motivazione forte per votare Pace Terra Dignità, magari prendendo spunto dal suo bagaglio di cultura musicale e pop, con un verso che ritiene adeguato?

Joe Strummer, fondatore dei Clash, pianse quando durante la guerra del Golfo vide in Tv i militari americani che scrivevano “Rock the casbah” sulle bombe pronte a essere gettate sulle città dell’Iraq. Una canzone polemica verso i divieti islamisti veniva usata per la guerra tra l’altro contro un regime autoritario ma laico. L’imperialismo occidentale strumentalizza chi lo ha sempre contestato per legittimare le sue guerre. Ora la Nato usa i nostri valori per legittimare la guerra con la Russia, la Cina, il resto del mondo e persino il genocidio a Gaza. Ribelliamoci alla menzogna che la guerra sia per la democrazia, il femminismo, i diritti lgbtqi+. La guerra è la negazione di tutto ciò per cui lottiamo.

Illustrazione di Valentina Stecchi