I volti sono stanchi e preoccupati, nell’aria c’e forte odore di legna, che brucia per fare un po’ di calore. Siamo a Terni, davanti all’acciaieria più antica d’Italia: l’Ast, un’eccellenza nazionale. La fabbrica, dentro, è vuota. Gli operai sono tutti in strada. Ci accolgono davanti all’ingresso principale. Sono quelli che avete visto in queste ore mentre venivano caricati dalla polizia a Roma, sotto l’ambasciata tedesca. Erano in 500 circa a Roma, ma sono migliaia qui, quasi 3.000, e sono in presidio da nove giorni e otto notti.
I presidi sono quattro, ci sono anche gli impiegati stazionano davanti al palazzo della prefettura, il i lavoratori del centro rifinitura e tubificio sotto quello del Comune e gli operai dell’indotto – delle aziende terze – sono raccolti davanti all’altro ingresso, quello delle merci.
A Terni ogni famiglia ha almeno un lavoratore alle dipendenze della multinazionale tedesca Thyssenkrup, che adesso annuncia esuberi e tagli alla produzione. Mentre il governo prosegue la trattativa con la Germania e i sindacati quella con il governo, left è venuta qui a Terni per ascoltare la voce dei lavoratori, della città. Ve lo racconteremo presto.