Migliaia di persone sono scese in piazza in Italia e in Europa per protestare contro il Jobs Act del governo Renzi e le politiche d’austerità imposte dalla Troika. Lo sciopero generale, organizzato da studenti, centri sociali, sindacati autonomi, movimenti per i beni comuni, è nato per dare voce a tutti quei lavoratori non garantiti che non appartengono a nessuna categoria e che non hanno mai avuto il diritto di sciopero.
«Siamo i precari, le partite iva, i contratti a progetto, i migranti, i lavoratori a nero e occasionali – dice Miriam, che studia Scienze politiche e la sera lavora in un pub senza contratto per 30 euro – abbiamo organizzato questo sciopero perché oggi usciamo dall’anonimato, da quella stagnazione cui ci hanno costretto i vari governi che si sono succeduti nel corso degli anni. Il Jobs Act che Renzi ha stilato, peggiore della riforma Fornero del 2012, cosa che credevamo impossibile, mira solo a rendere più precari sia noi che i pochi lavoratori garantiti rimasti. Questa dinamica di divisione e di guerra tra poveri che il governo sta tentando di attuare, dinamica tra l’altro che è la stessa di tor sapienza, è una dinamica fratricida e che fa gioco solo ai poteri forti. Questo percorso non è che l’inizio di una campagna più larga che metteremo in campo, non abbiamo intenzione di fermarci».
Nonostante il corteo della mattina sia terminato, sono previste azioni e blocchi che dureranno fino a mezzanotte. Cariche a Pisa, Milano, Rimini e Padova dove ci sono stati alcuni studenti feriti. Tensione a Roma, dove era annunciato l’arrivo dell’europarlamentare leghista Mario Borghezio. Il quale si è fermato in mattinata in un bar di Tor Sapienza per una improvvisata conferenza stampa e poi nel pomeriggio ha in programma una visita nel quartiere di Montesacro-Fidene.
Manifestazione dei ricercatori nel pomeriggio davanti al Miur.