E’ amareggiato Dario Fo, ma non scarica Beppe Grillo. In un momento in cui nessuno difende più il leader Cinque stelle, e persino Marco Travaglio parla ormai di «suicidio di massa», il Premio Nobel lo assolve: «L’hanno messo in un angolo. Come si muove, lo schiacciano». E punta il dito contro il Pd di Matteo Renzi: «Non è più un partito, ma una banda al servizio dei briganti». Di fronte a un premier che «ci porta tutti in malora», Fo non intende mettersi «a far le pulci» a Grillo. Anche se ribadisce la sua contrarietà alle sbandate a destra del Movimento. L’abbiamo sentito in serata, dopo le prove di uno spettacolo. Parte stanco, con la voce bassa, ma si infervora subito: «Mi fai sgolare», si sfoga alla fine dell’intervista.
Lei è stato un sostenitore della prima ora dei 5 stelle. Li difende ancora?
Li hanno incastrati, li hanno messi in un angolo. I Cinque stelle devono inventarsi un modo legale ma molto vivace di contrastare questa situazione difficile. Di là ci sono dei gangster.
Sono entrati in Parlamento con un consenso enorme, ma non hanno cambiato niente. Tutta colpa degli altri?
Il Pd gli ha fatto terra bruciata attorno. Ha fatto credere all’opinione pubblica che Renzi volesse assolutamente avere un contatto con i Cinque stelle e che siano stati loro a dire di no. Invece il toscano li vuole adoperare. Nello stesso momento in cui intrallazza di nascosto con Berlusconi sarebbe pronto a fare un patto con i Cinque stelle? Ma chi ci crede? È un po’ il gioco delle quattro sedie: chi rimane in piedi, balla. Li hanno sempre lasciati in piedi fingendo di volerli farli sedere. Ma è una frottola. Hanno giocato bene. D’altra parte è la loro tecnica: basta vedere come si sono comportati con Enrico Letta. Renzi gli ha detto “stai tranquillo”. E tre giorni dopo lo fregava. Lui è così. Dice: vedrete, faremo. Il “faremo faremo” è peggio della canzonetta che catava Berlusconi, perché questi sono peggiori. Non hanno messo in pratica nulla del loro programma e delle loro promesse. Non hanno toccato i vantaggi di Berlusconi. Hanno lasciato tutto com’era. Anche la legge elettorale è ancora lì.
Neanche il Pd di Bersani voleva davvero allearsi con i Cinque stelle?
Era tutto falso, una danza da clown. Bersani l’ha anche detto: non ho mai pensato un attimo di unirmi con i Cinque stelle. Cosa può fare Grillo dal momento che gli altri lo vogliono soltanto vedere morto? Non vogliono che il movimento respiri, vogliono lasciarlo a bagnomaria in modo che si sciolga da solo. È il loro programma. Di tutti: della destra e di quella che si fa passare per sinistra. Invece è l’unico movimento che certe volte fa delle cose che promette.
Ad esempio?
Ad esempio prendere la propria paga e dimezzarla a vantaggio delle piccole e medie imprese. Hanno versato molti milioni di euro. Nessuno lo ricorda mai. Tanto è vero che quelli che se ne vanno si lamentano di non aver fatto in tempo a non pagare. Però dal mese successivo non devono versarli più.
Ormai è evidente che i Cinque stelle non convincono più nemmeno i loro elettori. Alle ultime regionali hanno perso migliaia di voti.
È un momento molto difficile. Bisogna sempre partire dal gioco che fanno gli altri, quelli che hanno il potere. Sono spietati. Con Berlusconi, Renzi e i suoi stanno facendo un gioco spudorato. Evidentemente sono al servizio dei banditi, dei briganti. Appena finita la buriana, sono già d’accordo per salvare Berlusconi. Anzi, l’hanno già salvato. Il Movimento oggi non può fare niente, a meno che non si inventi una forma nuova, diversa. Come si muove, lo schiacciano. Parliamo di cosa fa il toscano.
Grillo però si sta spostando sempre più a destra…
Io ho polemizzato con questa tendenza. Ho scritto anche un libro. Non sono assolutamente d’accordo con l’atteggiamento di Grillo a proposito degli stranieri che vengono in Italia. L’ho già detto due anni fa, l’anno scorso e lo continuo a dire. Tant’è che la base si è espressa: non vogliamo fare il gioco della destra. I gruppi non erano assolutamente d’accordo nello scimmiottare il movimento di Bossi sugli immigrati.