La riforma della scuola per decreto annunciata da Renzi all’Auditorium di via Palermo ricalca fedelmente lo schema delle “riforme” precedenti: decidiamo noi.

La buona scuola di Renzi illustrata ieri nella kermesse del Pd a Roma con il premier a fare gli onori di casa e qualche protesta di precario subito zittito, ricalca fedelmente lo schema delle “riforme” precedenti. Decidiamo noi, questo il leit motiv. Un decreto legge e poi la legge delega attuativa. Peccato perché in Parlamento giace un disegno di legge di iniziativa popolare, la Lip che forse poteva dare un contributo in merito. Il piano della riforma renziana che venerdì 27 febbraio andrà in Consiglio dei ministri, dalle anticipazioni uscite prevede:

Stabilizzazione di 148mila docenti presi da tutte le graduatorie

Le immissioni in ruolo dovrebbero partire da settembre 2015 e coprire 50mila cattedre vacanti. Ma i sindacati protestano, sostengono che rimarranno fuori molte fasce di precari. La Flc Cgil attraverso il suo segretario Domenico Pantaleo parla di “solita retorica, condita da parole vuote e senza tenere conto delle tante emergenze quotidiane che le scuole devono affrontare”. La Cgil chiede stabilizzazione di tutti i precari, rinnovo del contratto e valorizzazione professionale. Va detto che il potenziamento del corpo insegnante potrebbe portare benefici con l’inserimento dell’organico funzionale, cioè un numero di docenti in più in reti di scuole che possono eliminare il fenomeno negativo del ricambio dei supplenti e che possono essere inseriti in attività di sostegno e di formazione.

Carriera e riconoscimento del merito per i docenti

A questo proposito vale la pena riportare ciò che ha detto il ministro Stefania Giannini a Armando Massarenti sul Domenicale del Sole 24 ore del 22 febbraio. “Resta nostro dovere e compito istituzionale poter distinguere tra chi fa bene e chi fa male e trarne le dovute conseguenze (premio o sanzione). Questo è il tanto evocato e poco praticato merito”.Multe ai docenti meno bravi?

Potenziamento di alcune materie

Tra le novità, la musica alla scuola primaria (ma non alle superiori), la storia dell’arte alla secondaria di secondo grado. E anche il coding, ovvero la tecnica di programmazione, non il semplice uso dei dispositivi digitali, fin dalla scuola primaria.

Alternanza scuola lavoro

La riforma renziana prosegue nella linea impressa dai governi Berlusconi soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra istituti tecnici e aziende.

La scuola è un brand

Lo ha detto qualche settimana fa il sottosegretario Davide Faraone partecipando a una trasmissione radiofonica. In effetti nel documento della Buona scuola i privati possono partecipare sponsorizzando iniziative. Vedremo cosa prevederà il decreto legge.

[social_link type=”twitter” url=”https://twitter.com/dona_Coccoli” target=”on” ][/social_link] @dona_Coccoli

Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.