Sabato 28 febbraio, a Roma, si terrà il battesimo del fuoco per il nuovo progetto di Salvini che i sondaggi danno già al 9,5 per cento al Sud. Ma, denunciano i movimenti, sarà anche un raduno dell’estrema destra italiana e non solo. Ospiti di Salvini, infatti, saranno Il Bloc Identitair francese e i tedeschi di Pegida. Ci sarà pure Marine Le Pen, anche se solo con un videomessaggio.
Il progetto politico “Noi con Salvini”, di cui è presidente, è la barca con la quale i padani decidono di salpare in Meridione. Dove trovano in ogni regione un porto pronto ad accoglierlo: dall’Ugl pugliese a CasaPound in Sicilia, dal Movimento cristiano sardo ai nazionalpopolari calabresi. Cos’hanno in comune i leghisti con i meridionali? Lo abbiamo chiesto a chi ha già fatto outing.
Più che di riciclati, Salvini fa incetta di scontenti. A destra. Stop all’antimeridionalismo, dunque. E accantonato il secessionismo, adesso l’asticella della tolleranza si protrae fino a Lampedusa. Il nemico, ora, è oltre i confini nazionali. Dal terùn al negher, il passo è breve.
Gli ingredienti salviniani sono tre: antieuropeismo alla Le Pen, lotta alla vecchia politica alla Grillo e una buona dose di xenofobia, alla Salvini. E, anche se al momento non ci sono incarichi ufficiali – come precisano tutti – si può effettuare la preadesione online sul sito, in attesa che cominci il tesseramento.
Secessionismo addio, quindi. Ma non manca chi protesta. Al Nord – tra i leghisti padani della prima ora – contro l’espansione al Sud, come ci racconta Giulio Cavalli nel prossimo numero di left. E da Roma in giù tra chi è deciso sulla posizione: #maiconSalvini, come scrive Raffaele Lupoli, sempre su left in edicola sabato 28 febbraio.
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